Decodificare il presente, raccontare il futuro

VISIONI

Narrazioni dal "futuro".

IL RICHIAMO DI RACHAEL

La sala è sempre la stessa, irreale e con le luci al neon. Tutto è blu dipinto di blu ma nessuno sembra felice di stare lassù. La replicante vaccinata ha sempre pensato che quel setting scenografico sarebbe stato inadeguato anche in una delle televendite in voga nei ‘90 su MTV. La mente fatica a processare dati mentre la solita voce robotica blatera frasi dai costrutti astrusi elencando tutte le t

LA VACCINATA

È necessario fare uno sforzo abnorme per ancorarsi alla lucidità e planare nello spazio sicuro che spinge al ragionamento. Il fantastico trio di esperti la traghetta a oltranza verso altro, è una lotta impari. Il modo di parlare e soprattutto il tono lascia spazio a un’unica certezza: quella di una comunicazione dissociata, poco rassicurante, robotica, anche se non è in grado di affermare se l’err

LA FINE DELLA QUARANTENA

“È finita la quarantena”. Le parole gli rimbombarono nella testa, rimase sul divano-letto ancora per un lasso temporale indefinibile, quasi inebetito. Quindi, come un cucciolo di animale che entra nella vita, o un umano che torna dalla morte, cominciò a muovere i polpastrelli, lento. Le dita delle mani, e quelle dei piedi. Sollecitava le estremità del suo corpo, per capire se ne disponeva ancora.

IL VIAGGIO DI ENEA

La vita umana su Kepler 438-b era durata oltre ogni più rosea aspettativa. Il protocollo estrattivo funzionava a meraviglia, il pianeta sembrava in grado di offrire risorse quasi all’infinito. Sembrava. I tre uomini si imbarcarono insieme agli altri coloni, gli ultimi rimasti su Kepler 438-b, e la possente nave Didone, attivati i propulsori, decollò.

LA SVASTICA SULL’AMERICA LATINA

La Germania, ecco perché gli ricordava la Germania. Il bunker era il laboratorio segreto di quei gerarchi nazisti che dopo la Seconda Guerra mondiale si erano rifugiati in America Latina. La visionaria parabola sul Quarto Reich spingeva per chiudersi e diventare realtà.

I ragazzi del Palo

Anni prima, quando era ancora l’epoca della città, qualcuno doveva avere abbattuto il palo portante di una telecamera e con un coltello ci aveva inciso vari segni e scritte, per poi abbandonarlo. Loro lo avevano trovato, piantato in mezzo al prato ed eretto a totem della banda. Da allora erano conosciuti come I Ragazzi del Palo.

IL MALEDETTO JUVENTUS FOOTBALL CLUB

Il potere dello Juventus Football Club si è accorto di me, e ha deciso di distruggermi. E lo ha fatto grazie a voi, alla vostra retorica, alla vostra nostalgia, alle vostre passioni tristi e alle vostre proiezioni inutili. Lo ha fatto grazie al vostro “sarrismo”. Io odiavo il potere perché lo bramavo, voi vi siete illusi che volessi combatterlo. E adesso il potere mi ha preso e distrutto. Vi ha di

SO WHAT?

Il cubicolo è piccolo, blu. Le pareti di plastica sono talmente lucide che riflettono il suo viso, il monitor, la luce azzurra dello schermo. Di fronte, di lato, di trequarti. Si vede moltiplicata all’infinito. Sempre virata al blu. Cos’è la realtà, ormai, se non una sequenza di intermediazioni affettive e percettive regolate dalla macchina?

DA UNA BREVE DI CRONACA

“Produci, consuma, crepa / sbattiti, fatti, crepa”. Così cantavano negli anni Ottanta i CCCP – Fedeli alla Linea. Punk, post punk, il punk è morto, il punk è ovunque. E oggi? Il punk è una breve di cronaca, di chi lavora sedici-ventidue ore al giorno, sfrutta e si auto-sfrutta, si fa e infine crepa perché l’unica cosa cui può ambire è il grande nulla.

NELLA LAGUNA 451

Guardo l’acqua, di un verde acceso. Immagino il suo mondo sommerso. Per un attimo ne sono attratto, vorrei tuffarmi in quella melma densa, striata di venature fluorescenti. È la prima volta che mi succede. Fitte di nostalgia mi assalgono, frammenti del passato della vecchia città, prima che venisse inondata. Prima che cambiasse il suo nome, che oggi è proibito pronunciare, in Laguna 451.

IL RIFUGIO ULTIMO DELL’UMANO

Fuori il giallo. Dentro, negli uffici e nei pochi appartamenti ancora abitati, il blu. Per tutti, l’unica illuminazione proveniva dai giganteschi schermi televisivi. Unica fonte per l’approvvigionamento di energia. L’aumento delle temperature che pian piano aveva costretto le città a proteggersi dal giorno e a vivere di notte, decretò la fine del fenomeno migratorio. L’odio per il diverso era stat

GLI ALTRI ARRIVANO DAL MARE

Gli Altri arrivano dal mare. E per raggiungere la Grande Città devono per forza passare da qui. Per questo fuori dalla Grande Città esiste questo fottuto lembo di terra abitata, in perenne tentazione di sprofondare nel mare. Per fermarli. Qui ci sono i muri. Enormi vetrate di plastica trasparente, scivolosi e impossibili da scavalcare. Qui ci sono le torrette della Rache, sparano a vista su chi si

IL GIORNO CHE L’EUROPA SALVÒ IL MONDO-PT.3

Quando in Italia abbiamo deciso di non seguire l’esempio della Silicon Valley, di non destinare un’unica area a polo d’innovazione tecnologica, ma di costruire una rete che ri-valorizzasse il vecchio asse portante di un paese fatto di piccoli Borghi e Comuni, in molti ci hanno presi per visionari. Invece, a partire da questa idea di creare una struttura capillare e interconnessa, in cui le miglior

IL GIORNO CHE L’EUROPA SALVÒ IL MONDO-PT.2

Bene, ragazzi. Avete visto cos’è successo negli States con Lehman Brothers e la crisi dei mutui subprime. Avete visto persone che fino a pochi giorni prima dettavano legge nel mondo uscire dai grattacieli di Manhattan con misere scatole di cartone a contenere gli avanzi della loro vita. Ora immaginate che la stessa cosa sarebbe potuta accadere in Europa con la Germania. Quella che viene chiamata l

IL GIORNO CHE L’EUROPA SALVÒ IL MONDO-PT.1

Domani è il grande giorno, il sogno degli Stati Uniti d’Europa comincia a diventare realtà. Tra quarantotto ore, l’età apertasi col Nixon shock sarà un ricordo. L’obiettivo è uno: fare della zona Euro un’unione politica, fiscale e bancaria. Un’impresa politica e finanziaria senza precedenti: creare le basi monetarie per una democrazia compiuta, oramai matura, capace di dare corso all’antico sogno

I 10 GIORNI CHE SCONVOLSERO L’ITALIA

E alla fine accadde davvero: furono file agli sportelli delle banche. In una Repubblica che da tempo immemore non era più fondata sul lavoro ma sui risparmi, il semplice sospetto che questi potessero essere toccati, diminuiti, trasformati in mini-Bot, aveva creato il panico. Dal nord al sud, il fiume umano davanti ai bancomat aumentò fino a esondare. Mi trovavo nel momento culminante dei dieci gio

I LIMITI DEL CONTROLLO

Dalla condizione dell’architettura urbana, intuiva come fossero i quartieri poveri a stare lentamente erodendo quelli ricchi. Nei rapporti incerti e sospettosi tra le persone, leggeva gli effetti di una crisi economica che doveva essere stata devastante. Non riuscì a capire se questa crisi fosse ancora in corso o meno. Di sicuro l’atmosfera della città, sebbene ciascuno concorresse a fare in modo

LA GUERRA DEI DATI

In pochi si erano accorti della questione dei dati. I dati erano stati la materia prima per sviluppare i grandi sistemi di intelligenza artificiale, divenuti indispensabili per la gestione amministrativa e strategica della cosa pubblica. E poiché lo spionaggio di stato era illegale, ogni dato raccolto dal pubblico finiva con l’essere regalato all’impresa privata, che di suo già ne raccoglieva un’i

IERI E OGGI: SCEGLI LA VITA, SE TI RIESCE

Ieri era l’onda lunga del riflusso politico, la risacca depressiva degli ’80 inoltrati, il paradigma thatcheriano messo a sistema, la dissoluzione del welfare-state, il mantra del produci-consuma-e-crepa dei ’90. La socialità ridotta a individualismo spinto nella formula carrieristica di tante monadi imprenditrici di sé stesse, oppure trincerata dentro l’immaginario di un nucleo familiare alla Mul