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VISIONI


gio 20 dicembre 2018

DA UNA BREVE DI CRONACA

“Produci, consuma, crepa / sbattiti, fatti, crepa”. Così cantavano negli anni Ottanta i CCCP – Fedeli alla Linea. Punk, post punk, il punk è morto, il punk è ovunque. E oggi? Il punk è una breve di cronaca, di chi lavora sedici-ventidue ore al giorno, sfrutta e si auto-sfrutta, si fa e infine crepa perché l’unica cosa cui può ambire è il grande nulla.

“Produci, consuma, crepa / sbattiti, fatti, crepa”. Così cantavano negli anni Ottanta del secolo breve i CCCP – Fedeli alla Linea. Punk, post punk, il punk è morto, il punk è ovunque. Il punk è cronaca.
Produci, consuma, crepa. Lavora sedici ore al giorno, diciotto, ventidue.
Un giorno smetterai, comprerai un panfilo e solcherai i mari. Sorveglia, punisci, crepa. Tu sei un fottuto genio, gli altri no. Non ti seguono. Perché non ti stanno dietro? Urla loro i peggiori insulti, sbraita, malmenali, però adulali anche, tieniteli stretti e controllali, potrebbero lavorare per la concorrenza, complottare contro di te. Addirittura un giorno, diventare meglio di te.
Sorveglia, e punisci, come fai con te stesso, instancabilmente, ogni giorno, da sempre. Sfrutta e auto-sfruttati. E alla fine della giornata, quando mancano sei ore, forse quattro, forse due, prima che tutto ricominci, di nuovo, da capo, sempre uguale e sempre diverso, mi raccomando, attraversa lo specchio di Alice
Sbattiti, fatti, crepa. Prima arriva la cocaina, euforia immediata. Ti senti di nuovo lucido, in forma. Quindi l’eroina: l’ansia scompare, il corpo si rilassa. Non hai più sonno, non hai più paura, torni bambino per una manciata di secondi che ti paiono eterni. I battiti cardiaci aumentano, poi diminuiscono.
Ti concentri come non riesci più a fare da sobrio, ti concentri sul nulla, che ti chiama, ti accarezza, ti vuole, ti attrae. Il grande nulla. Tutto quello cui ambisci.
La dopamina extracellulare nel nucleo accumbens aumenta, cresce a dismisura, dieci, cento, mille volte più del normale. L’ipotalamo gode. Gode. Vorresti gridarlo a tutti, lo stai gridando a tutti. L’ipotalamo gode. Il tuo corpo è riverso, a pancia in giù, tra bottigliette di Adderall e Provigil, tra bustine di eroina e cocaina.
Il tuo corpo è stanco, assuefatto, sfatto, accasciato sul linoleum da cinquantamila dollari al metro quadro del tuo appartamento riconvertito, a Lower Manhattan.
Ma non lo senti più. Te ne sei liberato. Anche del cervello puoi fare a meno. Tu percepisci solo l’estasi, afferri l’attimo in cui stai godendo, vorresti gridarlo a tutti. Lo stai gridando a tutti. Riverso al suolo, solo.
“Eri così carino, pigro di testa e ben vestito”. Così cantavano negli anni Ottanta del secolo breve i CCCP – Fedeli alla Linea. Punk, post punk, il punk è morto, il punk è ovunque.
L’abuso di sostanze stupefacenti è parte costituente dell’industria tech. Da San Francisco a Palo Alto, dalle carovane hippy degli anni Sessanta alla Silicon Valley degli anni Zero. La libertà assoluta. Per pochi eletti, per gli illuminati. Per chi se lo merita. La meritocrazia: il sogno americano, il vero sogno americano, l’incubo americano, è tutto racchiuso nella filosofia dei figli dei fiori, scrive Thomas Pynchon.
Il vero sogno americano, l’incubo americano, è racchiuso nei chip di silicio. Mettete dei fiori nelle vostre schede madri. Fiori di oppio.
Le insegne luminose attirano gli allocchi, tu lo sai fin da ragazzino, sei un predestinato, per questo non ce la fai. Nelle migliori scuole di Palo Alto il tasso dei suicidi è dieci volte più alto della media nazionale. Nelle migliori aziende di Palo Alto le donne e i neri sono in posizione subordinata, molestati, emarginati, mobbizzati.
È una grande famiglia, maschia, bianca, eterosessuale, esoterica, geniale. È la Family, quella di Charles Manson.
L’estate dell’amore è sempre stata l’estate di Charles Manson, aveva una svastica tatuata in fronte. Ha sterminato tutti. Spirito libertario e campo di concentramento. Open source e segretezza totale, libertà e disciplina.
Dalla contro cultura alla cyber cultura: libertà è controllo. Produci, consuma, sorveglia, punisci. Sbattiti, fatti. Crepa.
Stati di agitazione in corpo e nella testa. Occhi infossati e lucidi. Noie con il respiro, si accelera il fiato, così cantavano negli anni Ottanta del secolo breve i CCCP – Fedeli alla Linea. Punk, post punk, il punk è morto, il punk è ovunque.
L’ultimo punk era un trentenne, aveva inventato, messo in commercio e poi rivenduto a peso d’oro due delle app più utilizzate del decennio. Aveva abbastanza soldi per mantenere a livelli di vita elevatissimi i figli dei figli dei figli dei suoi figli.
L’ultimo punk era l’ultimo enfant prodige del circolo degli illuminati, dei migliori, degli uomini liberi. I nuovi padroni del mondo.
Vendo amore, pretendo amore. Vendo dopamina, ho bisogno di dopamina. Una bustina, una ricetta medica. Prima l’eroina, poi la cocaina. Voglio dimenticarmi del mio corpo, del mio cervello. Il grande nulla mi chiama, mi vuole a sé. Voglio godere. Una bustina, una ricetta medica. Godo.
Sono uno stronzo, mi hanno licenziato ovunque. Lavoravo sedici ore al giorno, diciotto ore al giorno, ventidue ore al giorno. Ero un genio, sono un genio, domani cosa sarò?
Sorvegliavo i miei dipendenti, punivo i miei dipendenti, molestavo i miei dipendenti. Vi ho fatto felici tutti quanti, ora voglio essere felice anch’io. Prima mi sale la botta fredda. Poi la botta calda. Non sento più. Il grande nulla mi avvolge. Eppure sono vivo, eppure sono vivo.
L’ipotalamo si espande, non ho più paura, non mi voglio più male. Sono felice, sono triste, sono il sogno americano, sono l’incubo americano. Eppure sono vivo.
***
[Sono Colin Kroll, nato a Rye, New York nel 1984. A soli vent’anni ho scalato posizioni dentro Yahoo e poi dentro Jetsetter, fino a che col mio socio ho inventato Vine. Ho venduto Vine a Twitter per 30 milioni di dollari e ho inventato HQ Trivia, fino a gennaio era nella top ten delle app più scaricate al mondo. Lavoravo sedici, diciotto, ventidue ore al giorno, abusavo dei miei colleghi e dei miei dipendenti, mi facevo di ogni tipo di sostanza. Sono morto per overdose a 34 anni, da solo, riverso sul pavimento del mio lussuosissimo appartamento di Manhattan, New York, il 16 dicembre 2018.]

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