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VISIONI


lun 17 giugno 2019

IL MALEDETTO JUVENTUS FOOTBALL CLUB

Il potere dello Juventus Football Club si è accorto di me, e ha deciso di distruggermi. E lo ha fatto grazie a voi, alla vostra retorica, alla vostra nostalgia, alle vostre passioni tristi e alle vostre proiezioni inutili. Lo ha fatto grazie al vostro “sarrismo”. Io odiavo il potere perché lo bramavo, voi vi siete illusi che volessi combatterlo. E adesso il potere mi ha preso e distrutto. Vi ha distrutto, come sempre.

«Hai paura, paura dei tuoi sogni; i tuoi sogni che una volta erano i tuoi amici, i tuoi migliori amici, e adesso sono i tuoi nemici, i tuoi peggiori nemici. È qui che ti trovano, nei tuoi sogni.» (David Peace, Il Maledetto United)
Il pacchetto di Merit è sul tavolo, all’angolo. Le Merit. Il tavolo. Non c’è nient’altro qui. La stanza è vuota. Non ci sono nemmeno io. Sono nello spogliatoio.
Sono nello spogliatoio dello Juventus Stadium di Torino e sto urlando a Federico Bernardeschi che è un coglione indisponente, sto urlando a Miralem Pjanic che è un presuntuoso arrogante. Sono nello spogliatoio dello Juventus Stadium di Torino e sto urlando a Leonardo Bonucci che è una mezza sega miracolata.
A Cristiano Ronaldo non dico nulla, lui è un fuoriclasse. Un professionista. Anche io sono un professionista, ma mi hanno lasciato solo. Mi avete lasciato solo.
I giocatori dello Juventus Football Club sono nello spogliatoio dello Juventus Stadium di Torino, ma nessuno sta urlando. Io non sono nello spogliatoio dello Juventus Stadium di Torino. Io sono qui. Solo. In una stanza vuota. Non c’è nulla qui. C’è un tavolo, c’è un pacchetto di Merit. Ne prendo una, la accendo. La appoggio sul tavolo vicino all’angolo, vicino al pacchetto, ne ho già un’altra accesa in bocca.
Fuori dalla stanza vuota, nel lungo corridoio vedo passare Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Pavel Nedved. Fuori dalla stanza vuota nel lungo corridoio vedo passare Giovanni Agnelli, Umberto Agnelli, Giampiero Boniperti, Italo Allodi. Vedo passare Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Roberto Bettega.
Fuori dalla stanza vuota nel lungo corridoio vedo passare il potere, ne riconosco l’odore, ne subisco il fascino, ne bramo gli orpelli. Passa il potere fuori dalla stanza, nei corridoi dello Juventus Stadium di Torino. Lo vedo, non mi vede. Non mi ha mai visto.
Sono qui per lui. Per il potere ho tradito e mi sono tradito. Ho ucciso e mi sono ucciso. Per il potere ho sacrificato ideali che nemmeno sapevo di avere, ma il potere non se ne è mai accorto. Passa indifferente per i corridoi dello Juventus Stadium di Torino e non mi vede. Non mi ha mai visto.
Sono passati ottanta giorni dall’annuncio ufficiale, una domenica di giugno. Maurizio Sarri è il nuovo allenatore dello Juventus Football Club.
Nessuno era contento quel giorno, nemmeno io.
I tifosi dello Juventus Football Club aspettavano l’arrivo di Pep Guardiola. I tifosi dello Juventus Football Club maledicevano l’addio di Massimiliano Allegri. I tifosi del Napoli Calcio mi insultavano, i tifosi delle altre squadre mi deridevano. Chi non s’interessava di calcio mi compativa.
Vorrei vedervi a voi, insegnare calcio tutta la vita nella periferia dell’Impero. Per due soldi e senza nulla di romantico. Il calcio minore fa schifo. Ha gli stessi difetti di quello maggiore, ma ha meno soldi. Ho visto i miei giocatori vendere le partite agli avversari, ho visto i miei giocatori vendere cocaina ai ragazzi delle giovanili. Ho visto i miei giocatori vendersi la macchina, e la casa, perché avevano perso tutto con le scommesse. Però li ho sempre allenati, difesi, protetti. Li ho sempre fatti giocare benissimo, sempre all’attacco, senza mai ricevere nulla in cambio.
Ho visto il potere passarmi accanto, davanti, e non accorgersi mai di me. Oggi vedo il potere camminare per il corridoio dello Juventus Stadium di Torino, di fianco a me, e continuare a non accorgersi di me.
Dopo l’annuncio a metà giugno, il ritiro e le prime partitelle, ho capito che le cose non sarebbero andate bene. Federico Bernardeschi è un coglione indisponente, Miralem Pjanic è un presuntuoso arrogante, Leonardo Bonucci è una mezza sega miracolata. Andrea Agnelli mi passa accanto e non mi saluta, Fabio Paratici mi incontra al campo e mi evita, Pavel Nedved mi vede nel parcheggio e si volta dall’alta parte.
Cosa cazzo ci faccio qui?
Per fortuna le prime amichevoli filano liscio. Nella tournée cinese battiamo il Tottenham, l’Inter, l’Atletico Madrid. I giornali mi santificano, i giornalisti che fino al giorno prima mi insultavano mi idolatrano. I tifosi dello Juventus Football Club cominciano ad apprezzarmi e quelli del Napoli Calcio a temermi. Ma quando torniamo allo Juventus Stadium di Torino cominciano i problemi.
Federico Bernardeschi è sempre un coglione indisponente, Miralem Pjanic è sempre un presuntuoso arrogante, Leonardo Bonucci è sempre una mezza sega miracolata. Andrea Agnelli mi passa accanto e non mi saluta, Fabio Paratici mi incontra al campo e mi evita, Pavel Nedved mi vede nel parcheggio e si volta dall’alta parte.
Il potere dello Juventus Football Club non dichiara guerra al nemico, ne riconoscerebbe il valore. Il potere dello Juventus Football Club fa sparire il nemico, ne decreta la non esistenza.
Il potere dello Juventus Football Club ha una funzione storica, plasma il Paese. Il potere dello Juventus Football Club nasce con Vittorio Valletta e Benito Mussolini che si stringono la mano al Lingotto di Torino, è la squadra del regime. Il potere dello Juventus Football Club continua con la Fiat 600, è la squadra del boom economico. Il potere dello Juventus Football Club prosegue con gli eroi proletari del meridione, è la squadra della maggioranza silenziosa. Il potere dello Juventus Football Club si sublima con il controllo totale, è la squadra del calcio finanziario.
Lo Juventus Football Club fa sparire Vittorio Valletta, fa sparire Italo Allodi, fa sparire Luciano Moggi. Io li vedo nel corridoio dello Juventus Stadium di Torino ma loro non ci sono. Sono scomparsi. Come me.
Lo Juventus Football Club prende Miralem Pjanic, il miglior giocatore dell’associazione Sportiva Roma, e lo assimila. Lo Juventus Football Club prende Gonzalo Higuain, il miglior giocatore del Napoli Calcio, e lo annulla. Lo Juventus Football Club prende Maurizio Sarri, il miglior allenatore del Paese, per farlo sparire.
Mi hanno preso perché il potere dello Juventus Football Club fa così. Non si limita a vincere, vuole annientare il nemico. E quel giorno di giugno non lo avevo ancora capito che il nemico dello Juventus Football Club ero io. E che il nemico di Maurizio Sarri siete stati voi.
Perché siete stati voi, con la vostra retorica. Perché siete stati voi, con la vostra nostalgia. Perché siete stati voi, con le vostre passioni tristi e le vostre proiezioni inutili. Avete fatto il gioco dello Juventus Football Club, avete fatto il gioco del potere, e adesso mi lasciate solo. In una stanza vuota dello Juventus Stadium di Torino. Solo, con un tavolo, con un pacchetto di Merit, con una sigaretta accesa appoggiata all’angolo.
Quando torniamo dalla tournée cinese cominciano i problemi. La prima partita la perdiamo in casa contro la Sampdoria, i giocatori non hanno assimilato i miei schemi, la seconda partita la perdiamo in trasferta con la Lazio, i giocatori non hanno compreso i miei metodi, la terza partita la pareggiamo in casa con il Sassuolo, i giocatori non seguono le mie indicazioni, la quarta partita la perdiamo in trasferta con il Napoli, i giocatori non capiscono le mie istruzioni, la quinta partita la perdiamo in casa con l’Hellas Verona, i giocatori non c’entrano nulla.
A decidere che dovevo perdere questa partita è stato il potere dello Juventus Football Club. La partita con l’Hellas Verona è finita e io sono solo, nella stanza vuota, con un tavolo e un pacchetto di Merit.
Cosa cazzo ci faccio qui?
Fuori dalla stanza vuota nel lungo corridoio vedo passare Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Pavel Nedved. Loro adesso mi vedono, e ridono. Fuori dalla stanza vuota nel lungo corridoio vedo passare il potere, ne riconosco l’odore, ne subisco il fascino, ne bramo gli orpelli. Passa il potere fuori dalla stanza, nei corridoi dello Juventus Stadium di Torino. Lo vedo, e adesso mi vede. Non mi ha mai visto, e adesso mi vede. E ride.
È colpa vostra. Io non sono mai stato contro il potere. Io odiavo il potere perché il potere non si accorgeva di me.
Io ho allenato lo Stia, la Faellese, il Cavriglia, l’Antella, il Valdema, il Tegoleto, il Sansovino, la Sangiovannese, il Pescara, l’Arezzo, l’Avellino, il Verona, il Perugia, il Grosseto, l’Alessandria, il Sorrento sempre allo stesso modo e queste squadre giocavano sempre bene e sempre all’attacco come poi hanno giocato sempre bene e sempre all’attacco l’Empoli, il Napoli, il Chelsea. Solo che nessuno si è mai accorto di me. Il potere non si è mai accorto di me, il denaro non si è mai accorto di me, l’amore e il cielo non si sono mai accorti di me. Nemmeno voi vi siete mai accorti di me.
Poi sono arrivato all’Empoli. Poi sono arrivato al Napoli. E tutti vi siete accorti di me. E il potere si è accorto di me. E il potere dello Juventus Football Club si è accorto di me, e ha deciso di distruggermi.
E lo ha fatto grazie a voi, alla vostra retorica, alla vostra nostalgia, alle vostre passioni tristi e alle vostre proiezioni inutili. Io odiavo il potere perché lo bramavo, voi vi siete illusi che io odiassi il potere perché lo combattevo. Io combattevo il potere perché mi respingeva, voi vi siete illusi che io combattessi il potere perché lo volevo distruggere. E adesso il potere mi ha distrutto. Vi ha distrutto.
Fuori dalla stanza vuota nel lungo corridoio vedo passare Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Pavel Nedved. Loro adesso mi vedono, e ridono. Stanno andando in conferenza stampa nella sala gremita dello Juventus Stadium di Torino, ad annunciare il mio esonero. Dopo ottanta giorni da allenatore dello Juventus Football Club.
Non è il mio primo esonero. Mi avevano già esonerato ad Arezzo, Verona, Sorrento. Questo è il mio ultimo esonero. Sono stato esonerato dal potere dello Juventus Football Club, sono stato esonerato dal potere. Ho creduto di averlo sedotto, di averlo conquistato. In realtà mi ha usato, e ora mi ha ucciso.
Mettetevi nei miei panni. Tutta la vita a far giocare benissimo e sempre all’attacco le mie squadre senza che nessuno se ne accorga, senza che nessuno mi abbia mai dato quello che meritavo. Poi improvvisamente il potere si accorge di me, lo Juventus Football Club si accorge di me. Ho la possibilità di allenare il potere, di gestirlo. Posso respirarlo, toccarlo.
Posso farlo giocare bene, sempre all’attacco, come con lo Stia, la Faellese, il Cavriglia, l’Antella, il Valdema, il Tegoleto, il Sansovino, la Sangiovannese, il Pescara, l’Arezzo, l’Avellino, il Verona, il Perugia, il Grosseto, l’Alessandria, il Sorrento, l’Empoli, il Napoli, il Chelsea. L’avreste fatto anche voi, l’avremmo fatto tutti.
Per il potere ho tradito e mi sono tradito. Ho ucciso e mi sono ucciso. Per il potere ho sacrificato ideali che nemmeno sapevo di avere, ma il potere non se ne è mai accorto. Voi sì, però, e ne avete approfittato. Mi avete dato in pasto al potere per potervi illudere ancora un po’. È colpa vostra. Siete stati voi, con il vostro “sarrismo”.
Sono qui. Solo. In una stanza vuota. Non c’è nulla qui. C’è un tavolo, c’è un pacchetto di Merit. Vicino all’angolo c’è una sigaretta accesa, appoggiata, oramai consumata del tutto. Quella sigaretta consumata sono io. È finita. Ha vinto il potere, come sempre. Ha vinto lo Juventus Football Club, come sempre. Di me resta solo un cumulo di cenere, leggero e inutile come le vostre illusioni.
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