Decodificare il presente, raccontare il futuro

VISIONI


lun 14 giugno 2021

IL RICHIAMO DI RACHAEL

La sala è sempre la stessa, irreale e con le luci al neon. Tutto è blu dipinto di blu ma nessuno sembra felice di stare lassù. La replicante vaccinata ha sempre pensato che quel setting scenografico sarebbe stato inadeguato anche in una delle televendite in voga nei ‘90 su MTV. La mente fatica a processare dati mentre la solita voce robotica blatera frasi dai costrutti astrusi elencando tutte le tipologie di effetti collaterali.

“E adesso, io?”
Juan Miranda, Giù la testa


Il secondo capitolo come di consueto non è all’altezza delle aspettative. L’apparizione del modello di vecchia generazione con la sua voce robotica d’ordinanza zanzareggia i neuroni già provati fin dall’incipit della conferenza stampa del Comitato tecnico scientifico.

La sala è sempre la stessa, irreale e con le luci al neon. Tutto è blu dipinto di blu ma nessuno sembra felice di stare lassù. La replicante vaccinata ha sempre pensato che quel setting scenografico sarebbe stato inadeguato anche in una delle televendite in voga nei ‘90 su MTV. La mente fatica a processare dati mentre la voce robotica blatera frasi dai costrutti astrusi elencando tutti i tipi di trombosi esistenti al mondo e forse inventandone di nuovi.

La sala è sempre la stessa, irreale e con le luci al neon. Tutto è blu dipinto di blu ma nessuno sembra felice di stare lassù.

Parole come “reattogenicità” ed “eterogenicità” fluttuano basse nella sala come palloncini sgonfi privi della quantità d’elio necessaria a volare via. È chiaro che faranno ciò che prima avevano vivamente sconsigliato ma la scienza, si sa, non è mai una scienza esatta. Comunque robottino fa il suo: si è “raccomandato di raccomandare” come imposto dal cip imperiale protocollo standard e quindi, ultimato il suo compito, si spegne in un ronzio. Al suo fianco c’è la new entry del rimpasto, il generale generalissimo travestito da Bialetti Moka Express Alpina che rassicura i giornalisti con bonomia affermando che “vede positivo” forse perché è vivo, pensa la replicante vaccinata.

Parte bene, il generale, ma poi sfoglia faldoni con dati scritti in inchiostro simpatico o troppo piccoli per la sua presbiopia e resta muto. La traduttrice Lis costretta all’immobilità, per ravvivare la situazione tenta un simpatico gesto dell’ombrello. Insomma Robottino e Bialetti minimizzano come tutti i maschi di una certa età che per comodità chiameremo “non più giovani” quando non vogliono ammettere di aver dimenticato dove hanno parcheggiato la macchina.

Come al solito il livello di attenzione precipita e la replicante vaccinata è costretta a sforzi sovrumani per seguire la sequela di concetti scollegati tra loro. Si accende una sigaretta ricordando perfettamente il refrain del capitolo precedente che più o meno recitava “i rischi superano di gran lunga i benefici”. Ritornello un po’ scontato ma d’effetto. Oggi però è un giorno nuovo ed è un vero peccato che tra questi rischi si sia imbattuta una replicante che per comodità definiremmo giovane, troppo giovane.

Intanto la nostra Rachael si concede uno sforzo di memoria cercando di mettere in linea cronologica le informazioni che nel primo episodio l’hanno portata a riflettere su quanto fosse opportuno ritenersi ancora giovane e avvicinarsi al rischio di morte o dargliela su inneggiando alla vecchiaia post quaranta alla ricerca di un difetto di fabbricazione che prolungasse la sua scadenza. Intanto il telefono vibra, sono le altre Rachael pronte a manifestare solidarietà, disappunto, rivolta.


Rewind, anno domini 2021.
7 aprile. Il Cts “non rileva motivi ostativi” ai vaccination day “mirati a offrire, in seguito ad adesione/richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni”. Chissà come mai le date nella storia ricorrano sempre come farsa o tragedia.

Chissà come mai le date nella storia ricorrano sempre come farsa o tragedia.

26 maggio. L’Aifa comunica che “la sicurezza della somministrazione del vaccino a vettore adenovirale nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto”. Nonostante questo, il gruppo di lavoro Emostasi e Trombosi ritiene che il completamento del ciclo vaccinale con la seconda dose agli under 60 “rappresenti la strategia di contrasto alla diffusione del virus Sars-CoV-2 che garantisce il migliore livello di protezione”.

A maggio i vaccini a rna arrivano a fiumi mentre la curva epidemica scende eppure si sa che l’Italia deve correre e non si possono fare brutte figure. Così, in alcune regioni vengono programmati open day col vaccino dal nome ormai impronunciabile che sfiora come notorietà la maledizione di Tutankamon. Molte Replicanti giovani, molto ma molto giovani, si inoculano volontariamente il loro giro sulla roulette russa della trombosi del seno cavernoso. Risultato? Evento avverso, molto avverso, e fine dei giochi.

La conferenza prosegue mentre sul telefono un messaggio recita “io la seconda dose l’ho fatta l’altro ieri, e adesso?”. Le sembra di vedere il volto dell’amica assumere le sembianze di Rod Steiger nel finale di Giù la testa mentre lei si sente un po’ meno Rachael e un po’ più l’anarchico interpretato da James Coburn, quello che, pur non volendo, ha tradito. Un tradimento involontario perché a tutte le Replicanti delle sue chat che sono una pletora di insegnanti, operatrici sociali e professioniste precarissime non più così tanto giovani hanno stranamente anticipato la vaccinazione di una ventina di giorni. E a lei invece no.

Con sforzo sovrumano torna alla conferenza stampa che si avvia alla sua rovinosa fine. Rovinosa, sì, perché il mantra secondo cui “i rischi superano di gran lunga i benefici” è oramai bollito e bisogna trovarne in fretta uno nuovo. Ride con le altre Rachael immaginandosi gli esperti di marketing che sono stati svegliati nel cuore della notte per trovare una frase a effetto in modo che la responsabilità delle non scelte governative venisse fatta scivolare plasticamente sulle regioni.

Alla fine il nuovo spot del Comitato tecnico scientifico prende forma e perde l’aplomb dell’euro zona trasformandosi in un italianissimo “avevamo fortemente consigliato di somministrarlo alle vecchie sopra i sessanta, che volete da noi?”. I Vanzina forse ne avrebbero fatto un capolavoro ma si sa che sui sequel si sono sbucciati le ginocchia capolavori come Sapore di Mare, Febbre da cavallo e Matrix. Ci scivola sopra anche il ministro dall’età oramai indefinibile che, come un novello Michele Guardì, sostiene le parole del Comitato, sottolinea le raccomandazioni che ha raccomandato il Comitato trasformandole di imperio in legge papale in modo che le regioni non possano avere più alcun margine interpretativo. Sipario e relative conclusioni.

11 giugno. Il vaccino dal nome impronunciabile è fortemente raccomandato per gli over 60 mentre chi ha meno di sessant’anni e ha già fatto una dose del siero a vettore virale farà la seconda con diverso vaccino. La notizia spiazza la replicante vaccinata che aveva compitato l’errata convinzione di terminare comunque il suo percorso vaccinale col vaccino dal nome maledetto. Invece no.

Nella mente rivede la scena del discorso ai camerati di Vogliamo i colonnelli, ma al posto di Tognazzi c’è il generale a forma di caffettiera che sintetizza la diretta tv con un “sto vaccino lo famo solo alli vecchi che rimanene”.

A questo punto spegne il televisore. Si affaccia senza rassegnazione sull’incognita della sua seconda dose, che scopre chiamarsi Eterologa e che la immette in una fascia ristretta di popolazione a vaccinazione mista, forse la stessa che preferisce lo spritz Campari a quello con l’Aperol. Non sa come andrà, troppo esigui gli studi effettuati. Durante quest’anno e mezzo ha già dovuto assorbire il colpo di essere chiamata caregiver, di non essere considerata giovane, di aver constatato che la fragile di cui si occupa rientra tra i non responder al vaccino che in soldoni sono quelli che non hanno sviluppato alcun anticorpo, possono ancora schiattare e di cui nessuno si occupa. Che culo, pensa tra sé.

Per la prima volta dall’inizio della pandemia si sente completamente sola, separata ingiustamente dalle altre Rachael che con lei avevano intrapreso con coraggio il tortuoso sentiero verso il vaccino dal nome impronunciabile.

È rimasta solo lei, la vaccinata replicante, nuova cavia post moderna che non sa dire se rischierà più o meno di prima. La tentazione di mandarceli tutti è decisamente forte ma resta poco più di una settimana al completamento del percorso vaccinale e domani è un altro giorno, forse.

*** *** ***

Qui la prima puntata di Rachael, la vaccinata replicante.
#rachael#replicanti#pandemia

NEWSLETTER


Autorizzo trattamento dati (D.Lgs.196/2003). Dichiaro di aver letto l’Informativa sulla privacy.



LEGGI ANCHE: