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MONITOR


dom 15 marzo 2020

IL REGNO UNITO E L'IMMUNITÀ DI GREGGE: UN'ALTRA DUNKIRK?

Dalle dichiarazioni del primo ministro inglese Boris Johnson la linea dell’Uk rispetto all’epidemia del Coronavirus sembra essere quella di perseguire un azzardo strategico: evitare misure restrittive e lasciare che il contagio si diffonda con l’obiettivo primario di raggiungere l’immunità di gregge. Sembra. Ma cosa significa realmente? Che il Regno si appresta davvero a fronteggiare la pandemia come fosse un’altra Dunkirk?

Terra, mare, aria. Nel suo incredibile film Dunkirk, Cristopher Nolan utilizza i tre elementi naturali per raccontare la rocambolesca evacuazione dell’esercito britannico dal villaggio di Dunkerque, occupato dall’avanzata nazista durante la Seconda guerra mondiale.

Tommy è un soldato in fuga sulla spiaggia, Peter un bambino che sale sulla barca del padre per attraversare la manica e andare a recuperare i soldati, Farrer il pilota di un caccia monoposto consapevole di affrontare una missione senza ritorno.

L’Operation Dynamo, l’evacuazione di Dunkerque, sembra un’idea folle. Un azzardo. Senza alcuna possibilità di riuscita. Lo stesso Winston Churchill avvisa la Camera dei Comuni: prepariamoci al disastro. Eppure ha successo.

Forse per l’intervento degli elementi naturali, che lottano dalla parte del bene. Come sembra suggerire un Nolan più metafisico che mai. Forse per quello spirito indomito che nei secoli ha permesso ai britannici di partire da una piccola isoletta dell’Oceano Atlantico e di conquistare il mondo intero. Nessuno lo sa.

Come nessuno potrà mai sapere se le misure di contrasto al Coronavirus che ha dichiarato di voler prendere Boris Johnson avranno successo o meno. Per adesso sembrano un’idea folle. Un azzardo. Come l’Operation Dynamo, come l’evacuazione di Dunkerque.
Il discorso alla nazione di Boris Johnson di giovedì 12 marzo ha lasciato sbigottito il mondo intero. Non tanto per le parole utilizzate:

Il virus nel Paese è molto più diffuso di quel che dicono i numeri. Stiamo andando incontro alla peggior crisi sanitaria del dopoguerra. Preparatevi a vedere morire molti dei vostri cari.

Quanto per il fatto che il primo ministro britannico si sia presentato in conferenza stampa accompagnato da due esperti medici, Chris Whitty e Patrick Vallance, i quali hanno subito spiegato che avrebbero perseguito la strategia dell’immunità di gregge.

Rifacendosi alle teorie della psicologia comportamentale, David Halpern, un altro medico messo a capo di un’apposita commissione, ha convinto Boris Johnson che sarebbe stato sufficiente applicare la nudge theory.

In parole povere, il governo e le autorità avrebbero dovuto limitarsi a dare indicazioni di massima e di buon senso. Non imporre alcun divieto. In netto contrasto con quanto accaduto in Cina e in Italia, e in seguito anche in Spagna e in Francia.

Le indicazioni di base, se seguite, avrebbero permesso di diffondere un contagio controllato, che non avrebbe affossato la sanità pubblica e avrebbe permesso alla maggioranza della popolazione, “il gregge” per l’appunto, di immunizzarsi nel tempo.

Fuori dall’isola le reazioni sono state incredule. In pratica, con un feroce estremismo malthusiano – per alcuni con una vera e propria operazione di inquietante stampo eugenetico – il premier stava dicendo che si sarebbero salvati solo i più giovani e i più sani. I migliori. Gli altri sarebbero morti comunque, tanto valeva non fermare il Paese per loro.

Nell’isola, però, le reazioni sono state diverse. Se alcuni lo hanno criticato, in molti hanno paragonato Johnson a Churchill. Si sono detti pronti al sacrificio: un ciclo gli arsenali, un ciclo i granai. Come nelle guerre si erano sacrificati i più giovani, così davanti al virus si sarebbero sacrificati i vecchi. Per la sopravvivenza del Regno. Lo spirito di Dunkerque.

È un abominio nazista o è semplice pragmatismo britannico? Nessuno lo sa. In questi tre thread apparsi su Twitter, scritti da professori universitari, ricercatori, con ruoli importanti in istituti internazionali di medicina, ci sono tre risposte diverse. Scientifiche, al di là delle considerazioni.

Tre: come terra, acqua e aria. Gli elementi naturali.

In breve, Anthony Costello dice che non c’è alcuna certezza che l’immunità di gregge si raggiunga entro tempi decenti, così non si reggerà l’urto della devastazione.
Ian Donald sostiene che non c’è certezza che funzioni, ma che paragonato al modello italiano di segregazione totale questo risulta comunque essere più efficiente, e quindi tanto vale provarlo.
Francois Balloux argomenta che la catastrofe è inevitabile, e le misure intraprese oggi devono essere volte non all’immediato ma al sicuro ritorno del virus il prossimo inverno.
Tre sono anche i giorni passati da quello che sembra un clamoroso voltafaccia. Tutto nasce da una lettera inviata da oltre duecento scienziati al governo che hanno costretto Boris Johnson a svelare il suo vero piano.

Un conto è il discorso alla nazione, lo spirito di Dunkerque. Un altro è cosa fare nel concreto. E allora sembra che le scuole saranno chiuse, i concerti limitati. Il governo non si capisce bene se chiederà (nudge theory) o obbligherà (Italian theory) gli anziani a rimanere a casa per quattro mesi.

Già si parla di requisire gli hotel e altre strutture private da mettere a disposizione del servizio sanitario nazionale. Di utilizzare le cliniche private, non si sa se tramite esproprio o a pagamento, utilizzando parte del budget di 5 miliardi di sterline che il governo ha destinato all’emergenza.

Di convertire le fabbriche del Paese alla produzione di ventilatori polmonari. Come in guerra. Come a Dunkerque.

La scorsa settimana, scrivendo delle primarie americane, avevamo riportato le parole di Marshall Auerback che su The Nation intimava i Democratici (USA) a non preoccuparsi della sconfitta di Jeremy Corbyn, quanto della vittoria di Boris Johnson, che «sui temi della sanità, dell’istruzione, delle tasse, dello sviluppo e del welfare, è molto più a sinistra non solo di Trump ma di tutti i candidati del Partito Democratico americano. Sanders escluso

Cosa vuol dire? Che alla fine Boris Johnson è pronto a superare a sinistra tutti i suoi omologhi europei? Che alla fine il sistema di welfare britannico, nonostante le bordate subite dalla Thatcher, da Blair e da Cameron, continua a essere un punto di riferimento? Che lo spirito di Dunkerque non è altro che puro pragmatismo, si vince o si perde ma sempre avendo in mente il bene comune?

Oppure che davvero Boris Johnson, preso atto che il sistema sanitario pubblico inglese è al collasso, ha deciso di sacrificare i più deboli sull’altare del business as usual? Che davanti a una tale tragedia, il Paese al punto più avanzato dello sviluppo neoliberale ha deciso di cogliere l’occasione per liberarsi della zavorra improduttiva: i deboli, i vecchi, i malati? Che lo spirito di Dunkerque non è altro che puro estremismo malthusiano, vincono gli essere superiori e perdono i derelitti?

Cosa è successo realmente a Dunkerque? Cosa succederà davvero nel Regno Unito?
#uk#coronavirus#dunkirk#boris johnson

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