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mer 22 dicembre 2021

PRÓSPERA: BENVENUTI NEL TECNOFEUDALESIMO

Partorita dalle menti del venezuelano Erick Brimen e del guatemalteco Gabriel Delgado, rampolli delle più spregiudicate élite latinoamericane trasferitisi negli Usa, finanziata da fondi come Pronomos Capital gestito da Patri Friedman, nipote dell’economista Milton, e dai padroni delle piattaforme come Peter Thiel, cofondatore di PayPal, la “charter city” di Próspera sancisce l’epoca del tecno-feudalesimo.

Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l’imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore, scriveva Italo Calvino.

Ma per quanto oggi possiamo essere certi che Kublai Kan fosse aperto a ogni novità, già consapevole prima di noi che il tempo non scorre su una linea retta ma si avvita in una spirale in cui passato e futuro si inseguono e confondono giocando a rimpiattino, siamo sicuri che nemmeno lui avrebbe mai potuto immaginare l’esistenza di Próspera.

Fu la sociologa Saskia Sassen a parlare di città globali per definire quegli organismi urbani dotati di vita economica, politica e sociale propria come Tokio, Londra, New York, Hong Kong, Dubai, Singapore e via dicendo. Era già qualcosa che assomigliava all’antico concetto medievale di città stato.

Ma nemmeno l’imperatore dei Tartari avrebbe potuto immaginare che il capitalismo delle piattaforme sarebbe riuscito a modificare le costituzioni formali e materiali dello stato-nazione. Fino a permettere la nascita di città dotate di un proprio ordinamento giuridico.

rendering della città di Próspera, isola di Roatán, Honduras

Come molte altre cose accadute negli ultimi anni, quello che una volta era un sogno, un progetto, un’utopia libertaria pensata per sottrarsi al dominio dei mezzi di produzione e di chi li controllava, si è trasformato in un incubo di sfruttamento e sottomissione. In nome della stessa, abusata, parola: libertà. E così le Taz (Temporary autonomous zone) immaginate dal filosofo anarchico Hakim Bey hanno visto la luce sotto forma di Zedes (Zonas de empleo y dessarollo económicos) sviluppate sull’idea delle charter cities dell’economista liberale Paul Romer.

È questo Próspera: l’ennesimo sogno dei molti trasformato in un incubo in mano a pochi. E come sempre, quando il potere sussume la rivolta per trasformarla in dominio, la prima cosa che fa è raccontare la magnificenza della sua ultima conquista.

The governance institutions of Próspera have been carefully crafted to protect the environment, uphold human rights, and give entrepreneurs and enterprises the freedom and structure they need to grow profitably and sustainably in partnership with the people of Honduras.
dal sito https://prospera.hn/

«Una città ideale, futuristica». «Una città interconnessa, ipermoderna». «Una città perfetta, affacciata su uno dei mari più belli del mondo» così la descrivono i giornali.

«Un design che prende spunto dal passato, integrando la tradizione vernacolare locale di costruzione in legno, l’appropriatezza del clima e l’esperienza spaziale con nuove tecniche digitali di progettazione, ingegneria e costruzione».

«Sono stati utilizzati solo materiali locali adeguati all’ambiente circostante, in particolare dal punto di vista solare e della ventilazione» scrivono le riviste specializzate, elogiando con pennellate immaginifiche questo incubo disegnato dallo studio dell’archistar Zaha Hadid.

rendering degli edifici progettati dallo studio di Zaha Hadid per Próspera

Partorita dalle menti fervide e libere del venezuelano Erick Brimen e del guatemalteco Gabriel Delgado, rampolli delle più spregiudicate élite latinoamericane trasferitisi negli Usa – da dove si può controllare meglio il cortile di casa. Finanziata da fondi come Pronomos Capital gestito da Patri Friedman, nipote dell’economista Milton, e dai padroni delle piattaforme come Peter Thiel, cofondatore di PayPal. Próspera ci ha però messo quasi dieci anni per vedere la luce. Il tempo necessario a modificare la costituzione dell’Honduras, il paese che la ospita – suo malgrado.
Un certosino e diligente lavoro di distruzione dello stato di diritto cominciato dall’allora capo di Stato Porfirio Lobo, salito al potere con un colpo di stato e accusato dell’omicidio di diversi giornalisti e politici di opposizione, e dell’allora presidente del Congresso Juan Orlando Hernández, oggi presidente dell’Honduras nonostante le elezioni considerate falsate ovunque. Tranne che negli Stati Uniti, subito pronti a riconoscerne la validità.

Come hanno egregiamente spiegato Pierre Dardot e Christian Laval ne La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista (DeriveApprodi 2013), indispensabile tassonomia sul sistema di dominio contemporaneo, la scuola austriaca si impone proprio per avere capito che il libero mercato non è un soffio divino ma una sovrastruttura che va imposta sulla collettività attraverso la legge.

Lo stesso concetto è ripreso e approfondito da Marco D’Eramo in Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi (Feltrinelli 2020), quando racconta di come il primo scontro di civiltà all’interno del campo liberista sia avvenuto nel dopoguerra proprio nelle facoltà di legge dei campus universitari degli Stati Uniti.

This special jurisdiction is anchored in the Honduran Constitution and the ZEDE Organic Law. The ZEDE structure allows Próspera to work with the Honduran government subject to international law to establish the jurisdiction’s semi-autonomous legal, administrative, and regulatory institutions.
dal sito https://prospera.hn/

Il modello è appunto quello delle charter cities dell’economista americano Paul Romer. Ma per poter ospitare nel paese delle zone a statuto economico e legale totalmente autonomo indipendente è necessario cambiare la costituzione. Il primo passo è approvare nel 2012 la Ley de Regiones Especiales de Desarrollo (REDs).

Per fare approvare la legge, però, Porfirio Lobo e Hernández sono costretti a sostituire in tutta fretta quattro membri della Corte Suprema dell’Honduras che si sono dichiarati contrari e hanno osato rigettare la legge in quanto evidentemente incostituzionale. Piccoli incidenti di percorso sul luminoso sentiero che porta al benessere e alla felicità…

Risolto questo piccolo intoppo, nel 2013 è finalmente approvata la legge organica che permette l’installazione nel paese delle Zedes (Zonas de empleo y dessarollo económicos), in cui né un poliziotto né un magistrato honduregno potranno mai avere giurisdizione. In cui il diritto si basa su una sorta di common law anglosassone, completamente estranea all’ordinamento giuridico honduregno.

Ma è solo nel maggio 2020, sempre con Juan Orlando Hernández presidente e gli amici Patri Friedman, Peter Thiel, Erick Brimen e Gabriel Delgado a fare da sponda negli Stati Uniti, che arriva l’approvazione definitiva in seduta plenaria. Nell’isola caraibica di Roatán (Islas de la Bahía) si può cominciare a costruire Próspera: la città stato di cui nemmeno Kublai Kan si convincerebbe dell’esistenza.

Per questo Próspera ci ha messo quasi un decennio a vedere la luce. Perché doveva essere legittimata dal diritto, e farsi norma per poi poter cambiare essa stessa la legge.

veduta dell’Islas de la Bahía, Honduras, su cui sorge Próspera

Il tecnofeudalesimo descritto dall’economista Cedric Durand, in cui il Silicon Valley Consensus ha definitivamente sostituito il Washington Consensus, ha raggiunto la sua dimensione più plastica. Oltre la global city e la smart city, siamo finalmente tornati al cuore pulsante del diritto del sovrano: la città stato medievale.

Próspera ha infatti un sistema giuridico totalmente autonomo, amministrato da un Tribunale di arbitraggio per la risoluzione dei conflitti composto da giudici statunitensi in pensione. Un sistema legislativo funzionale a proteggere la proprietà privata e a facilitare le transazioni finanziarie.

Il regime fiscale è indipendente e basato su un registro delle proprietà completamente autonomo, che permette a cittadini stranieri di diventare proprietari di terre e beni che altrimenti potrebbero essere intestati solo a cittadini honduregni. Il sistema di pubblica sicurezza è anche lui indipendente: controlla porti, aeroporti, prigioni e si affida alle decisioni del tribunale per la risoluzione dei conflitti.

Per diritto, il potere sovrano è nelle mani dell’azienda statunitense Honduras Próspera Inc.

We believe that every person has equal potential for prosperity if enabled with the right conditions.
dal sito https://prospera.hn/

Ovviamente Próspera non solo non migliorerà il livello di vita degli abitanti del paese che la ospita, l’Honduras – paese in cui, secondo la Banca Mondiale, oltre due terzi della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà – ma anzi ha già cominciato con l’appropriarsi di un bene comune rendendolo merce di scambio, ha privatizzato l’acqua togliendola ai villaggi vicini.

Con leggero ritardo organizzazioni nazionali e internazionali, sanitarie, universitarie, economiche, financo le Nazioni Unite, hanno espresso critiche più o meno decise su questo mostruoso incubo partorito dalla mente dei peggiori rampolli delle élite latinoamericane. Si possono leggere ovunque accuse di evasione, riciclaggio, narcotraffico, violazione dei diritti umani, ma ormai è troppo tardi. In Honduras è stato legittimato il diritto del più forte, sotto forma di città stato amministrata dalla Silicon Valley.

E noi, come Kublai Kan, possiamo ostinarci a non credere a tutto quel che dice Marco Polo, ma prima o poi dovremo prenderne atto. La città visibile di Próspera racconta che il tempo non è lineare ma ciclico, e il tecno-feudalesimo è già qui tra noi.

Mille altre Próspera incontrerà il viaggiatore lungo il suo cammino in questo nuovo medioevo dell’umanità.
#prospera#charter cities#tecnofeudalesimo#nuovo medioevo

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