Decodificare il presente, raccontare il futuro

MONITOR


ven 27 maggio 2016

SAVIANO: LONDRA CAPITALE MONDIALE DEL DENARO SPORCO

«Per comprendere la politica dei conservatori e del governo di David Cameron in rapporto all’Unione europea, bisogna partire dalle tendenze che regolano i movimenti del capitale globale. In particolare dalla forza centrifuga che incanala i flussi finanziari provenienti dai “bordi”, ad esempio dai mercati emergenti, verso determinate piazze alla ricerca di condizioni vantaggiose per incrementare le posizioni di rendita. Oggi, UK rappresenta una delle mete privilegiate. Su scala globale, a questa forza centrifuga ne corrisponde una centripeta e attrattiva. Dovete pensare Londra come una calamita capace di attirare capitali esteri su scala planetaria, grazie a una burocrazia snella e a una scarsa regolamentazione. I conservatori non avevano intenzione di uniformarsi alle direttive europee in ambito bancario, percependo l’Unione come una gabbia potenzialmente dannosa per appeal e attrattività del Regno Unito rispetto ai flussi finanziari. Va ricordato, peraltro, come una quota consistente del prodotto interno lordo di UK sia legata proprio al settore bancario. Il Brexit è stato la leva politica con cui il governo Cameron è riuscito a spuntare un accordo vantaggioso per preservare la funzione di calamita dei capitali. Mani libere e laissez-faire, insomma. Tutto rimane così com’è e si rifugge l’eventuale adeguamento a un’unione bancaria europea» BREXIT TRA TURISTI DEL WELFARE E TURISMO DEL CAPITALE, I Diavoli
27 MAGGIO 2016 – “Se si chiede quale sia il Paese più corrotto al mondo, la risposta più immediata è dettata dal grado di corruzione percepita. Magari si penserà al Messico, ai Paesi latinoamericani, a quelli africani, al Medio Oriente, all’Italia. E invece il più corrotto è l’Inghilterra, ma non di una corruzione che riguarda gli amministratori pubblici, i poliziotti, i sindaci; ma di una corruzione che è consustanziale al sistema economico. Il sistema economico inglese si alimenta di corruzione. E in tutto questo il governo e i cittadini britannici non si sono davvero resi conto dell’emergenza che sta attraversando il Paese”. Si apre con queste parole il discorso che Roberto Saviano ha pronunciato nei giorni scorsi di fronte al Parlamento britannico su invito del laburista David Lammy, ex ministro dell’Università.
Londra è la capitale mondiale del riciclaggio e la City, assieme a Wall Street, sono le più grandi lavanderie, a livello globale, per il denaro sporco proveniente dal narcotraffico. Il duro atto d’accusa pronunciato dallo scrittore italiano – in larga parte contenuto nel suo ultimo romanzo, “ZeroZeroZero” – prende le mosse da un rapporto della National Crime Agency del 2015 in base al quale “ogni anno centinaia di miliardi di dollari di provenienza criminale quasi sicuramente continuano ad essere riciclati attraverso le banche del Regno Unito e le loro filiali”. Dati che un anno fa spinsero il primo ministro, David Cameron, a dichiarare che il “Regno Unito non deve assolutamente diventare un paradiso fiscale per soldi sporchi di tutto il mondo”. Quasi in contemporanea, un’altra ricerca, stavolta condotta da Transparency Uk, indicava il mercato immobiliare londinese come “rifugio di capitali segreti e soldi sporchi”. Quest’ultimo documento parlava di corruzione ma non citava mai la parola mafia e il motivo, per Saviano, è semplice: “in Inghilterra non ci sono cadaveri sulle strade né sparatorie”. Ciò nonostante la mafia a Londra esiste: “anche se agisce nell’ombra e soprattutto non ha l’odore acre del sangue, ma quello rassicurante dei soldi”.
La capitale del Regno Unito rappresenta insomma il fulcro di un dispositivo finanziario corrotto, oltre a trovarsi al centro del più importante sistema offshore del mondo. Per Saviano nessuno, meno che mai il Regno Unito, può più fare finta di nulla: “Ora è il momento di muoversi – ha avvertito l’autore di Gomorra – è il momento di fare qualcosa contro il denaro criminale, prima che il denaro criminale si compri tutta la Gran Bretagna”.
«Il “turismo dei capitali”, ovvero la libera circolazione dei capitali stessi, è accettato e sollecitato. I capitali si spostano e migrano in cerca di condizioni fiscali più vantaggiose, e ovviamente le trovano laddove i regolamenti sono più blandi. Bisogna prendere atto dell’esistenza di un grande arbitraggio comunitario fra capitali e individui, in virtù del quale i primi sono sempre graditi mentre i secondi sono spesso osteggiati. UK è – al tempo stesso – un esempio classico ed estremo, estendibile al resto della comunità europea, di come vengano fissate regole per limitare la mobilità di uomini e donne, attaccando i diritti riconosciuti e le garanzie del welfare, mentre si creano “habitat” sereni e accoglienti per i capitali e per coloro che li esportano» BREXIT TRA TURISTI DEL WELFARE E TURISMO DEL CAPITALE, I Diavoli

NEWSLETTER


Autorizzo trattamento dati (D.Lgs.196/2003). Dichiaro di aver letto l’Informativa sulla privacy.



LEGGI ANCHE: