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MONITOR


ven 7 ottobre 2016

STERLINA FLASH CRASH

La sterlina perde il 6,1 per cento in pochissimo tempo. Forse l'errore è stato causato dalla fretta delle "fat fingers" (le dita grasse) di un trader, forse dalle macchine. Un algoritmo avrebbe interpretato male i timori legati a una bad-Brexit

Possiamo dire che da un punto di vista finanziario l’Inghilterra adesso è fragile? Fragilissima. E il rischio di vedere il pound sotto attacco è molto concreto. Una moneta fuori controllo può essere devastante per un Paese, in particolar modo se è povero di materie prime. Può condurre a iper-inflazione, blocco dei capitali e via dicendo. Ed è questo che prevede per UK in futuro? Prevedo che per evitare questa situazione, UK cercherà di assumere – anzi, meglio: di certificare – il ruolo di piazza di riciclo mondiale. Cercherà di farlo ai margini dell’Europa, il che rende tutto più complicato. Non sarà facile, e non è detto che sarà possibile. Però, guardi, non mi sorprenderei di vedere un attacco speculativo su pound e CDS UK nelle prossime settimane. Quando perderemo la tripla A, finiremo sui radar screen dei più grandi raider. E allora sarà tempesta. Da UK, l’inizio della fine. Ue, la fine dell’austerity (26 giugno 2016)
È l’apertura dei mercati asiatici, in Europa è ancora buio. La sterlina perde il 6,1 per cento in pochissimo tempo. Forse è stato l’errore di un trader, la fretta delle “fat fingers” (le dita grasse) che scivolano sui tasti.

Il cambio sterlina-dollaro crolla fino a 1,1789. Non succedeva da oltre trent’anni. Poi la valuta inglese è risalita fino a quota 1,2437 dollari.

Il flash-crash potrebbe anche essere stato causato dalle macchine: un algoritmo che ha interpretato male le breaking news [qui la storia del trader che fece tremare Wall Street, ndr], viste le ultime mosse del presidente francese Francois Hollande che sarebbe intenzionato a fare sempre più pressioni sull’Unione europea per negoziare condizioni pesanti riguardo al divorzio di Londra da Bruxelles. «Il Regno Unito ha deciso per la Brexit, anche una Brexitdura. Allora dobbiamo seguire questa volontà. Dobbiamo avere fermezza», diceva.

Ashraf Laidi, CEO di Intermarket strategy, intervistato dalla CNBC, afferma che la motivazione “fat fingers” non è molto credibile. «Di solito questo tipo di errori non hanno la continuità che abbiamo visto in questo caso. C’è la possibilità che si sia trattato di un errore, ma non credo».

Angus Nicholson, analista di mercato IG, aggiunge: «Una parola chiave, un algoritmo legato al flusso di news ha iniziato il selling-based off dopo un articolo del Financial Times» che riportava le parole di Hollande. Altri algoritmi sarebbero rimasti coinvolti in questo loop, provocando così il flash crash.

Già il 3 ottobre la sterlina crollava, affossata dall’annuncio della premier britannica Theresa May riguardo all’avvio del processo di uscita dall’Ue: «Avverrà a marzo 2017». Quel giorno la valuta britannica cedeva lo 0,8% a 1,2865 sul dollaro, e si avvicinava così al minimo degli ultimi 31 anni: 1,2797.
Per approfondire, leggi anche qui: Brexit, gli hedge found scommettono contro la sterlina. E Soros? Il paziente inglese è debole

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