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MONITOR


gio 30 giugno 2016

BANCHE: LA GERMANIA SOFFRE E L’AMERICA BACCHETTA

È vero che l’Italia è l’anello debole dell’eurozona ma il problema è sistemico. E l'inflessibilità tedesca inizia ad innervosire gli Stati Uniti.

«È vero che l’Italia è l’anello debole dell’eurozona e che alcune banche italiane erano nell’occhio del ciclone da tempo, ma il problema – dice bene – è sistemico. Si tratta di una tempesta perfetta: combinazione di GDP che scendono a livello globale e conseguenti aumenti attesi nelle sofferenze del sistema bancario in generale. A questo si aggiunge il problema Europa, dove prima ancora di fare un’unione bancaria si vogliono separare i destini dei Paesi da quelli delle banche» Leggi: DB, Troppo grande per fallire – Il tredicesimo Piano.
Siamo distratti, è vero. La Brexit, le elezioni in Spagna, il timore – neanche tanto remoto – di vedere Donald Trump come nuovo Presidente degli Stati Uniti e, per guardare al mercato interno, le banche che arrancano. Intanto, poco più in là, accade che in Germania la situazione del gruppo Deutsche Bank inizi a destare qualche preoccupazione. È di ieri sera, infatti, la notizia che Deutsche Bank e Santander abbiano nuovamente fallito gli stress test della Federal Reserve per le loro attività negli Stati Uniti.

Sembra saperlo bene George Soros che scommette sul calo dei titoli della banca tedesca. Il Financial Times, ha attribuito al finanziere una ‘scommessa’ da 111 milioni di dollari piazzata il giorno dopo il referendum sulla Brexit. I titoli di Deutsche Bank sono scesi in modo significativo da venerdì, arrivando a perdere fino al 13%.
La BCE ha imposto un tasso negativo (-0,4%) sui depositi bancari, una mossa che a tutti gli effetti impone una tassa sulle riserve. Per politici di spicco come il Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, una politica di questo genere alimenta il supporto all’estrema destra. Ma il FMI è dell’idea che, mentre “il settore bancario globale rimane forte, resistente e ben capitalizzato (…) considerati i prolungati bassi tassi di interesse, i costi di gestione elevati, e i cambiamenti tecnologici e normativi, sia fondamentale un’accelerazione degli sforzi delle banche per adeguarsi a queste sfide e migliorare la gestione del rischio”.

Dal canto loro gli Stati Uniti sollecitano (con urgenza) i governi europei ad allentare l’austerità e a concentrarsi sul rilancio della crescita economica per contenere la reazione populista alla base del Brexit.

Suonano ancora più pesanti le parole di Mario Draghi, durante il Forum BCE a Sintra, secondo cui non possiamo permetterci di non affrontare la vulnerabilità delle banche.
Leggi anche: – Draghi: è il momento di affrontare la vulnerabilità delle bancheGli Hedge Funds scommettono contro la sterlina. E Soros?

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