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MONITOR


gio 26 agosto 2021

COLTAN

Nella Repubblica democratica del Congo ci sono almeno duemila siti d’estrazione di un particolare tipo di minerale divenuto il più ricercato al mondo. Questi siti sono controllati da signori della guerra e mercenari al servizio di multinazionali della logistica e della componentistica. Lo scriveva oltre un secolo fa Joseph Conrad: il cuore di tenebra è quello della violenta furia devastatrice. Ieri a caccia di oro, diamanti e petrolio. Oggi anche del Coltan.

Materia [matèria]. Dalla definizione on-line dell’enciclopedia Treccani: «nell’accezione più generica, ciò che costituisce tutti i corpi, la sostanza fisica che, assumendo forme diverse nello spazio, può essere oggetto di esperienza sensibile, ed è in generale concepita come esistente indipendentemente dalla coscienza individuale».

Oggi, il tempo per concepire le materie al di là della coscienza individuale e collettiva volge al termine.


coltan

Mani bianche, grasse, flaccide e sudate, mani schifose che compulsano meccanicamente su telefonini, joystick e computer. Ogni ora, ogni giorno, sempre, alla ricerca di qualcosa che non muore ma se n’è già andato, non c’è più, vive solo nell’aldilà virtuale. Mani piccole, nere, smunte e malate, mani amputate. Mani tagliate di netto dalla polizia e dall’esercito coloniale belga mandato a mantenere la pace e il benessere in Congo, mani esibite come trofei nei salotti della bianca e ricca Europa. Mani, mani bianche e mani nere.

La storia si ripete, sempre, anche oggi quando nel nuovo Congo come nel vecchio Congo solo le piccole mani dei bambini riescono a entrare nelle cavità dei lunghi e soffocanti cunicoli delle miniere da cui si estrae il coltan: cuore pulsante della nostra tecnologia più avanzata.

Lo scriveva oltre un secolo fa Joseph Conrad in una barca lungo il fiume Congo: il cuore di tenebra non è africano, è quello europeo. Il cuore del male, il cuore pulsante della violenta furia devastatrice fine a sé stessa, il cuore pulsante della volontà di potenza travestiva da democrazia in esportazione è bianco. Il cuore bianco famelico che ha bisogno del coltan: la columbo-tantalite, il minerale d’estrazione del tantalio che rifornisce la quasi totalità della produzione mondiale. Il cuore bianco disposto a tutto pur di accaparrarsi ogni frammento, scheggia polvere di coltan.

Il coltan è un nome colloquiale, è uno slang. Il coltan è un simbolo atroce di morte e distruzione. Il coltan in parole povere è una combinazione di altri minerali che contiene un’alta percentuale di tantalio: superconduttore che sopporta elevate temperature, resiste alla corrosione e possiede grandi capacità di immagazzinare cariche elettriche. Il coltan è fondamentale per la fabbricazione di condensatori, microchip, smartphone, computer, console per videogiochi, sistemi di posizionamento globale, satelliti, missili, apparati di microelettronica e strumenti per la chirurgia estetica. Il coltan è necessario alla realizzazione delle leghe speciali che servono all’industria farmaceutica, che finanzia le guerre, semina morte e distruzione. Il coltan venera la tecnologia e adora le amputazioni, il nostro sviluppo vale bene la mano di un bambino.


Nello stato libero del Congo il re Leopoldo II del Belgio, uno degli uomini più ricchi del pianeta, cercava la pace, il benessere e il divertimento dell’uomo bianco. La pace come zona franca, stato cuscinetto per le altre potenze coloniali che nel corno d’Africa si litigavano territori ben più ricchi e fertili. Il benessere attraverso l’avorio, la gomma e le terres vacantes in regalo da sfruttare all’europeo che voleva provare il brivido della proprietà esotica. Il divertimento per questi graziosi animaletti, bipedi neri con due grossi occhi che traversavano le strade di Bruges e Anversa rinchiusi nelle gabbie, cui i bambini bianchi tiravano sassi, se spaventati, o banane, quando attirati; cui gli adulti bianchi tagliavano le mani se non producevano abbastanza o se solo osavano lamentarsi.

Da qualche parte, lassù in Belgio, nel cuore di tenebra dell’Europa, dicono ci sia un cimitero delle mani.

Nella Repubblica democratica del Congo le industrie e le multinazionali più ricche del pianeta hanno messo a terra almeno duemila siti di estrazione (secondo le stime dell’Ipis_International Peace Information Service) di un particolare tipo di coltan molto ricco di tantalio e per questo divenuto presto il più ricercato al mondo. Questi siti sono controllati dai signori della guerra, dai paramilitari, da eserciti privati di mercenari direttamente al servizio delle industrie e delle multinazionali della logistica e della componentistica. Questi siti di estrazione portano la felicità, la gioia e il divertimento a centinaia di milioni di mani bianche che compulsano meccanicamente su telefonini, joystick e computer. Producono morte, violenza e disperazione per le mani piccole, nere, smunte e malate che partecipano alla sua raccolta e al suo trasporto.

Nella Repubblica democratica del Congo sono almeno duecentomila le persone impegnate nell’estrazione e nel trasporto del coltan. Secondo Médecins Sans Frontières (Msf) molti di questi schiavi muoiono di fatica e di diverse malattie che questo minerale può portare: compromissione di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute; riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell’apparato digerente; aumento dei rischi del cancro; difetti genetici nella prole; malattie dell’apparato linfatico.

Bambini di cinque anni in miniera, bambine di undici nei bordelli delle bidonville minerarie, madri che si prendono cura di decine di figli che muoiono di fatica e malattia. Orfani e vedove.

Schiavi volontari per due o tre dollari, o al posto del denaro un uovo al giorno, ogni giorno. Il cuore di tenebra della vecchia Europa, il videogioco, la suoneria, l’allarme della miseria umana e morale dell’uomo bianco. La divisione sociale del lavoro prevede: gli uomini estraggono il minerale con le vanghe, i bambini si infilano negli asfissianti cunicoli senza protezioni e scavando a mani nude, le donne lavano il minerale a mano nell’acqua. La logistica del minerale impone: donne e bambini trasportano dal sito di estrazione al mediatore più vicino, camminando a volte per interi giorni. Mercenari, miliziani, signori della guerra, eserciti privati al soldo delle potenze occidentali taglieggiano e prendono tangenti a ogni passaggio. Il coltan è estratto, pulito, purificato, assemblato, imballato, imbarcato, spedito. Poi arriva da noi, pronto all’uso.

Le nostre mani bianche, le loro mani nere. Dallo stato libero del Congo alla Repubblica democratica del Congo nulla è cambiato, il cuore di tenebra della vecchia Europa continua a pulsare seminando morte, distruzione e malattie.
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