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gio 13 aprile 2017

LE SLIDING DOORS TRA FRANCESCO DELI E IL SUCCESSO

La sua eleganza nei movimenti e un’ottima tecnica lo rendono un centrocampista/mezzala interessante, anche il fisico ben strutturato lo aiuta a ricoprire un ruolo dove corsa e tecnica sono fondamentali. Proprio per queste sue doti complete, nel luglio del 2014, il Parma lo aveva acquistato lasciandolo in prestito alla Paganese, dove continuò a collezionare presenze ed esperienza. Le sue prestazioni sono sempre di buon livello, ma l’opportunità di arrivare nel calcio importante - sfuggita sotto gli occhi e non per colpe sue - grida vendetta.

Chissà come sarebbe finita la finale tra Brasile e Italia di Usa ’94, se Roberto Baggio non avesse dovuto giocare quella partita con una contrattura ai flessori della coscia destra. Il match fu equilibrato, a tratti noioso, con due immensi attaccanti in campo, uno per parte. Romario, detto “o baixinho” – “il piccoletto”, anche se in carriera arriverà a 1000 reti, come “o Rei” Pelé –, letale come il morso di un mamba, indossava la maglia verdeoro e, appunto, Roberto Baggio, “il divin codino”, che indossava la maglia azzurra. Romario fu annullato da una partita sontuosa di Franco Baresi, Baggio fu annullato da un fastidio muscolare per cui giocò ben al di sotto delle sue possibilità.

Deli e il Parma

Chissà come sarebbe oggi la carriera di Francesco Deli, se nell’estate del 2015 non fosse finito nel calderone degli oltre 200 cartellini di proprietà del Parma, società che si stava repentinamente avvicinando al fallimento. Il Parma militava in Serie A e, nonostante da mesi la Uefa avesse lanciato degli allarmi, nessuno in Italia si sarebbe aspettato che la società italiana con più trofei internazionali vinti, dietro a Milan, Inter e Juventus, potesse scomparire dal “calcio che conta” in così breve tempo, e nella più ampia indifferenza generale. Francesco Deli era uno dei tanti giocatori che il Parma aveva sotto contratto e, in quel periodo, si stava facendo le ossa in Lega Pro. Giocava in prestito alla Paganese, che solo un anno prima lo aveva ceduto per 150mila euro proprio ai bianco crociati. Il fallimento della società ducale lo lascia senza squadra e l’unica via è quella di rimanere a Pagani, per continuare a crescere in un ambiente in cui si è già rodato.

Storia di un talento

Nato a Roma, il 17 luglio del ’94, lo stesso giorno della finale dei mondiali Usa, comincia a giocare a calcio nella sua città, con l’Atletico Roma. Cresce a Frosinone nell’U.S. Palestrina, fino a quando arriva la chiamata tra i professionisti. Si stabilisce a Pagani, vicino a Salerno, e si trova subito a concorrere in un campionato molto competitivo e difficile, la Lega Pro.
La sua eleganza nei movimenti e un’ottima tecnica lo rendono un centrocampista/mezzala interessante, anche il fisico ben strutturato lo aiuta a ricoprire un ruolo dove corsa e tecnica sono fondamentali. Proprio per queste sue doti complete, nel luglio del 2014, il Parma lo aveva acquistato lasciandolo in prestito alla Paganese, dove continuò a collezionare presenze ed esperienza. Le sue prestazioni sono sempre di buon livello ma l’opportunità di arrivare nel calcio importante, sfuggita sotto gli occhi, non per colpe sue, grida vendetta.
La sua avventura nella Paganese continua, ma la società ha qualche difficoltà e non naviga in ottime acque. L’estate scorsa gli azzurrocrociati non sono sicuri di riuscire ad iscriversi al campionato di Lega Pro e Deli comincia la stagione allenandosi con la Salernitana, dove riesce a respirare un po’ d’aria della Serie B. Poi la Paganese, con fatica e ritardo, riesce comunque a riscriversi al calcio professionistico e, ancora una volta, il destino – e la Salernitana che non lo tessera – riportano il ragazzo a giocare in Lega Pro.

La stagione della svolta

Questa però non è più una stagione come le altre, è la stagione che può rappresentare la svolta: Deli sigla tre reti nelle prime 7 giornate di campionato. La sua dedizione al lavoro, la sua professionalità e la sua educazione lo portano ad indossare la fascia di capitano e diventa il leader del centrocampo dei campani. Deli, dopo aver sfiorato la serie A e la serie B, a gennaio 2017 vede passare un altro treno importante che, stavolta, si ferma alla stazione giusta. Il Foggia, candidato alla promozione in serie B, lo cerca e riesce ad ottenerlo in prestito fino alla fine della stagione. Sceglie il numero 18, come Roberto Baggio ai tempi della sua esperienza rossonera. Entra subito nei meccanismi di mister Stroppa che lo schiera a destra nel centrocampo a 3, o sinistra nel centrocampo a 4. Il suo impatto è devastante. Nelle prime 10 giornate con i rossoneri colleziona 4 reti, una delle quali contro i suoi ex compagni della Paganese, e un assist, tanto che allo stadio Zaccheria rimangono folgorati. I tifosi del Foggia cominciano a sognare e a scomodare paragoni importanti. Il più azzardato è quello che lo accosta a Kakà, non solo per le sue prestazioni in campo, ma anche per la condotta umile e seria fuori dal rettangolo di gioco.
Deli ha 22 anni, ha la testa, ha la tecnica e la corsa, è pienamente formato, di sicuro la Lega Pro comincia a stargli stretta e questa occasione nel Gargano, con il Foggia che comincia ad assaporare il gusto della promozione in Serie B, potrebbe lanciarlo in via definitiva.
Le sliding doors hanno già modificato il suo destino troppe volte, adesso è arrivato il momento di cambiare il finale della storia, lo sperano a Foggia, lo sperano a Pagani, ma sopratutto lo spera Francesco Deli.

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