Dai Protocolli dei Savi di Sion alla pandemia, passando per QAnon e l’assalto al Congresso degli Stati Uniti. Dentro più dentro la tana del Bianconiglio... Abbiamo dialogato sul tema con Leonardo Bianchi, autore di “Complotti!”.
Neo-marxismo e ipercapitalismo, rivoluzione tecnologica, Stato e contestazioni, sorveglianza, visioni dal presente-futuro. Abbiamo intervistato Simone Pieranni, autore di “La Cina nuova” (Editori Laterza, 2021) e uno dei più grandi esperti italiani in materia, per capire costa sta succedendo a estremo oriente e di riflesso negli assetti delle odierne società globali.
In questa seconda parte di dialogo con Giuseppe Genna, I DIAVOLI si interrogano con l’autore del libro “Reality” su contraddizioni e sorti emerse durante la pandemia; sul valore della letteratura e dell’immagine nell’epoca della scomparsa del testo e sull’importanza della testimonianza.
In questo prima parte di dialogo, I DIAVOLI si interrogano con Giuseppe Genna, autore del libro “Reality”, su verità troppo a lungo celate e quindi emerse all’improvviso durante la pandemia: sul portato simbolico della città di Milano e sul concetto di global city in generale; sull’importanza della testimonianza, sulla possibilità di tenere accesa la scintilla di una nuova speranza.
Come in un’inquietante fusione tra i romanzi di Orwell e Huxley, stiamo per entrare in un nuovo totalitarismo: l’età dell’oikocrazia, neologismo che descrive l’ascesa del clan in quanto struttura sociale di maggior successo dell’epoca globale – non più solo in ambito criminale ma anche nella politica, nell’economia e persino nella società civile. Ce lo racconta Fabio Armao, che abbiamo incontrato
Dopo aver pubblicato un estratto del suo ultimo libro, “Red Mirror”, abbiamo intervistato Simone Pieranni in merito a sorti e contraddizioni del capitalismo di sorveglianza cinese, che si appresta a rimodellare le odierne società globali e a mutare le nostre esistenze.
Nato in una famiglia della working class del nord dell’Inghilterra, Paul Mason è un profondo conoscitore di quelle zone depresse, di quel “muro rosso” che si è sgretolato davanti all’avanzata della xenofobia nazionalista-conservatrice. Per questo è stato una preziosa guida nel viaggio che i Diavoli hanno percorso durante la settimana elettorale destinata a cambiare i destini dell’Europa. L’ultima
“Big data”, IA, capitalismo di sorveglianza. L’avanzamento tecnologico è accompagnato da brucianti contraddizioni, quali le nuove forme di sfruttamento, i “pregiudizi algoritmici” e il controllo pervasivo. Ne abbiamo parlato con Philip Di Salvo, esperto di whistleblowing, sorveglianza e hacking.
“Big data”, intelligenza artificiale, sorveglianza degli utenti: nuove forme di sfruttamento e relativi impatti politico-sociali. La Rete e le battaglie ancora possibili per renderla libera e orizzontale. Ne abbiamo parlato con Carola Frediani, esperta di tecnologia, cybersicurezza e privacy.
La gentrification agisce proprio come il pioniere che alla frontiera americana sosteneva di “liberare” le terre selvagge, mentre se ne impadroniva. Airbnb è un tassello fondamentale di questo processo e l’Italia è oggi il suo terzo mercato al mondo. Eppure persistono un’arretratezza di comprensione del fenomeno e un’arretratezza del dibattito. Ne abbiamo discusso con Sarah Gainsforth, autrice di “
Google, Facebook, Amazon, Walmart. La guerra dei dati imperversa. All’apice storico di estrattivismo e sorveglianza digitale, i big data sono il nuovo bacino di monsieur le Capital e il “capitalismo delle piattaforme” l’orizzonte su cui si staglieranno i futuri scenari della società umana, con i loro rapporti di forza e conflitti di classe. Lo racconta Nick Srnicek (autore di “Platform Capitalism”
Da un lato la normalizzazione dell’immagine dell’estrema destra, il nuovo “sdoganamento” di chi si dichiara “erede del fascismo”, dall’altra gli spazi mediatici, concessi soprattutto a Casa Pound, rappresentano una sorta di chiusura del cerchio: un fenomeno che più esiste più se ne parla, specie in tv, e per questa stessa via sembra divenire sempre più consistente. Ci troviamo davanti a una sorta
Negli ultimi venticinque anni, da Tangentopoli in poi, le organizzazioni mafiose hanno acquisito un potere sempre maggiore e sistemico. Si sono perfettamente adattate ai nuovi scenari economici e, con la complicità della politica, hanno dimostrato di sapersi evolvere con straordinaria efficacia dal locale al globale. Quello della criminalità, è oggi un mercato sempre più internazionale e in contin
Classe 1975, appena eletto alla guida dei Repubblicani di Francia. È pronto a ricompattare "la vera destra" sovranista, combattere il "capriccioso" Macron e rosicchiare voti al Front National di Marine Le Pen.
Il “Million Dollar Babiš” euroscettico e anti-Islam della Repubblica Ceca è solo l’ultimo ad aver sigillato il consenso alle urne. L’Unione europea è costellata di cuori neri, narrazioni sovraniste e retorica contro migranti, stranieri e musulmani: dalla Francia alla Polonia, passando per Olanda, Germania, Austria e Ungheria.
Invoca la riappropriazione della sovranità nazionale, aizza la paura dell’Altro mescolandola a slogan anti-Islam e migranti, mentre cristallizza un’identità monolitica e quasi fittizia, impermeabile alle contaminazioni. La parabola ascendente del leader di estrema destra del Fpö che ha tallonato Sebastian Kurz - vincitore delle elezioni e primo millennial a capo di una Cancelleria europea - e ora
Sovranista anti-euro, lesbica in un partito contro i matrimoni gay, con un passato in Goldman Sachs, leader dell'Alternative für Deutschland arrivata terza alle elezioni tedesche, pronta a sigillare le frontiere e ad annullare l'equazione "Germania porto sicuro per i criminali stranieri". Ecco perché l'avanzata di Alice Weidel deve preoccuparci.
«Derive assolutiste», denunciano i suoi detrattori, ma il presidente francese continua indomito sulla sua strada. Sceglie Versailles e non l'Eliseo per il suo discorso al Parlamento. Moralizzatore in politica, liberale in economia (per una Francia «nazione startup»), securitario contro il terrorismo. Sul lavoro ha coniato la formula "flexi-securité", ma sindacati e sinistra promettono già battagli