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TREDICESIMO-PIANO


ven 5 dicembre 2014

GRECIA

Se vanno a votare adesso, probabilmente vincono quelli che vogliono riscrivere i trattati dell’Unione

Italia, dicembre 2014

La “Serravalle” corre in un arco fra i duecento e i duecentocinquanta chilometri all’ora. Oggi è iniziato dicembre, ma la Lamborghini è riscaldata e viaggio in direzione del mare. Tutto questo mi distende. ASSAGO, nel buio.
Una settimana fa ero a New York con Derek, solo ieri ad Atene. Quando lavoravamo insieme, Massimo non capiva che gusto provassi a guidare a questi ritmi, scendere dall’aereo nella sera tarda e subito lanciarmi con la Lamborghini sull’asfalto della A7. Andare, tornare. Londra-Milano. Milano-Genova. Invertire la direzione. E di nuovo Milano-Londra. Tutto in una notte.
L’accesso alla velocità, nella finanza, ti rende ubiquo. L’espressione corsa contro il tempo è tutt’altro che un modo di dire. Milano è già lontana chilometri, eppure la sua presenza continua a farsi sentire oltre i guard-rail. Anche secondo Derek, quello che lui chiama be in a hurry, “aver fretta”, dovrei tenerlo sotto controllo. Sbagliano. La velocità lega lo spazio al tempo. Se vuoi dominarli entrambi, devi andare veloce.
Il Greco, ieri mattina, ha scherzato sulla mia puntualità. Ha indicato un orologio pubblico, mentre prendevamo una strada dietro il Ministero delle Finanze. Come se ci fosse da ridere. Certo che non dev’essere una passeggiata, avere responsabilità sulle politiche economiche dentro la polveriera di Atene. Ci siamo seduti nel caffè d’un albergo prestigioso alle spalle di Piazza Syntagma. Probabilmente il Greco voleva dare una dimostrazione di forza, portandomi a un passo dal luogo simbolo della protesta contro le politiche di austerità. No, non dev’essere stata una passeggiata per lui, incontrare l’esponente di un grande hedge in questo momento, nella pesante cornice di un’elezione presidenziale che può trasformarsi in elezioni d’una nuova maggioranza politica. E forse, nell’uscita della Grecia dall’Euro.
BINASCO, oltre la barriera Milano Ovest. Capannoni industriali e campi, la metropoli che finalmente allenta la presa. “Ci mancano dodici, tredici, al massimo quindici voti in Parlamento, per chiudere la partita ed evitare le elezioni” ha detto il Greco. Rassicurava me, rassicurava i mercati. Ha spiegato che una parte dell’economia ellenica è tornata a respirare, anche grazie alla svalutazione interna. E ora tira aria di ripresa. Si è messo comodo sulla sedia, ha fatto una pausa per bere. Poi mi ha lasciato intendere che quella parte dell’economia greca saprà trovare i voti che mancano. Ha sorriso, ha detto: “Le elezioni…” e con la mano ha fatto il gesto di pulire il tavolo.
BEREGUARDO. Accelero, faccio spostare di corsia uno che non si aspettava di trovarmi nel retrovisore. Il Greco ha preso il bicchiere e l’ha sistemato fra noi come una pedina degli scacchi: “Nessuno vuole una nuova crisi, proprio adesso che Francoforte pensa interventi per espandere il bilancio”. Lo facevo parlare. “Andrà tutto per il meglio” ha aggiunto con un tono più basso, tenendo gli occhi piantati nei miei.
I fari sfiorano appena CASEI GEROLA sui cartelli verdi. Qualche albero, un motel, spingo il piede per andare più forte. Sempre più veloce. Mentre parlava dei voti che mancano, il Greco si tirava in una smorfia piuttosto che fare un sorriso: mostrava i denti, levava le sopracciglia, apriva gli occhi più del necessario. Quando lavoravo da Massimo, la sua segretaria, Carina, mi disse che le sembrava fantastico conoscere il linguaggio del corpo. Le risposi che no, era una tragedia.
CASTELNUOVO SCRIVIA. Hai un vantaggio, è vero, leggi ciò che dicono le persone senza che loro capiscano di averlo detto. Ma non puoi reagire come se quello che interpreti fosse palese. Prima di bere il Greco ha accavallato le gambe, fingendo di stare a proprio agio: mi mentiva. Quando metteva quel bicchiere tra noi, stava alzando una difesa: mi mentiva. “Andrà tutto per il meglio” lo ha detto sostenendo il mio sguardo con troppa fissità, per provarmi a ogni costo la sua sicurezza: mi mentiva.
TORTONA. Squilla il cellulare. Dev’essere qualcuno con il fuso di New York. Questa mezz’ora di guida è sacra. Richiamerò una volta a Genova. Se in Grecia si va a elezioni anticipate, è un maledetto granello di sabbia nel meccanismo. Non è il momento giusto, potrebbe formarsi una maggioranza favorevole all’Euroexit. La cosa che mi preoccupa è che i bookmaker danno elezioni quasi certe. E io, la gente che fa le quote, la rispetto sempre. Accelero, per non rivedere i tentativi del Greco di mostrarsi sereno. L’Europa soffre di deflazione, mancanza di crescita, carenza d’investimenti strutturali. L’Italia è sull’orlo di un baratro, in Spagna c’è Podemos, il partito nuovo dell’alternativa. E poi la Russia che non riesce a tenere il rublo, la crisi ucraina, il Venezuela e quei Paesi che sprofondano insieme al prezzo del petrolio… La Bce deve espandere il bilancio, comprare bond rischiosi, forse oro o azioni. Addirittura qualcuno dice che potrebbe comprare US Treasury.
SERRAVALLE SCRIVIA. L’austerity ha spaccato i Paesi, dentro e fuori. La Grecia ora va meglio, le imprese vedono una ripresa, la disoccupazione inizia a scendere, ma il tempo è la variabile fondamentale. E c’è bisogno di farlo trascorrere senza elezioni. Le condizioni del Paese sono ancora disastrose, gli stipendi miserabili, il lavoro che non basta per campare. E tutto questo, il Greco non lo diceva con le parole. Se vanno a votare adesso, probabilmente vincono quelli che vogliono riscrivere i trattati dell’Unione.
L’uscita VIGNOLE. Una coda in direzione opposta, un camion di traverso. Un’infilata di fari che a questa velocità fanno un unico festone luminoso. È tutta una questione di tempo. Accelero. L’istante di una singola operazione nel breve, oppure la visione strategica di un tempo più lungo?
ISOLA DEL CANTONE. Muoversi nell’immediato montando lo short della vita contro la Grecia rischiando l’apocalisse, il banco che salta, l’Euro in frantumi? Oppure evitare la scommessa, puntando sulla tenuta d’una moneta debole per mosse future? Mi piacerebbe sapere cosa farebbe Derek. Cogli l’attimo, sì, ma bisogna capire qual è l’attimo giusto. Una curva improvvisa.

BUSALLA. Decelero, bruscamente. Il piede sul freno

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