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gio 28 giugno 2018

IL TASER NON È UN’ARMA GENTILE

In Italia il progetto di sperimentazione è partito nel 2014 e il via libera ufficiale è arrivato a marzo 2018. Li utilizzano le forze dell’ordine di 107 Paesi, ma sono gli Stati Uniti ad averli inventati e introdotti per primi. I Taser sono spacciati come alternativa gentile alla pistola, in quanto strumenti che non arrecherebbero danni eccessivi. Questa è la loro rappresentazione. Che però è poco coincidente con quanto succede nei Paesi dove il Taser viene già usato da anni: proprio negli Stati Uniti, tra il 2000 e il 2017, le sue scariche elettriche hanno ucciso oltre mille persone. Dalian Atkinson, Mahamadou Marega, Robert Dziekański, Calvon Reid, David Werblow, Natasha McKenna, sono solo alcuni nomi di una lunghissima lista...

Dalian Atkinson è stato un calciatore di buon livello, negli anni Ottanta e Novanta (Aston Villa, Fenerbahçe, Manchester City). Nel 2016 è un uomo malato di depressione e costretto alla dialisi. Una sera d’agosto sta girando attorno alla casa del padre, in una new town delle West Midlands. È fuori di sé, grida minacce. Arriva la polizia, che lo stende usando il Taser. Atkinson ha un attacco cardiaco e muore a 48 anni.
Al di là della Manica, nel sobborgo parigino di Colombes, nel 2010, la polizia entra nell’appartamento dove vive il maliano Mahamadou Marega. Vogliono vedere i documenti, lui tira fuori un martello. Bastano due scariche, e Marega collassa. Quando l’ambulanza arriva, è tardi.
Anni prima, in un primo pomeriggio d’ottobre del 2007, Robert Dziekański, polacco, 40 anni, atterra a Vancouver con due ore di ritardo. Si sta trasferendo in Canada per vivere con la madre. Le procedure di controllo dei documenti in aeroporto lo trattengono per ore. Quando finalmente viene lasciato libero di andare, è sera tardi, e lui è stravolto e protesta rumorosamente. Arriva la polizia, gli intima di calmarsi. Dziekański non parla inglese, è nervoso, ma non oppone resistenza. Viene colpito due volte con il Taser. Va a terra, ha un attacco di convulsioni, poi resta immobile.
“Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha annunciato pochi giorni fa: “Presto i poliziotti avranno in dotazione i Taser. Così potranno agire in ulteriori condizioni di sicurezza e non arrecare danno eccessivo alle persone in certi interventi”. Ne parlava dopo essere andato a trovare due poliziotti, finiti in ospedale per una colluttazione in cui gli agenti avevano aperto il fuoco su un giovane che li aveva aggrediti con un coltello.
L’uso del Taser, perciò, come alternativa gentile all’uso della pistola. Uno strumento che non arreca danno eccessivo. Questa è la rappresentazione. Che però è poco coincidente con quanto succede nei Paesi dove il Taser viene già usato da anni.
“L’iter per dotare la polizia dei Taser è partito nel 2014 e ora è alla firma del ministro” ha continuato Gabrielli: “In un primo momento saranno sperimentati in alcune città insieme a Carabinieri e Guardia di finanza. Poi saranno distribuiti a tutte le forze dell’ordine”.
Il progetto di sperimentazione è partito nel 2014, ma il via libera ufficiale è arrivato a marzo 2018.
Si è deciso che le città saranno Brindisi, Caserta, Catania, Milano, Padova e Reggio Emilia. Il modello in dotazione, “X2”, dà una scarica elettrica dalla durata controllata di cinque secondi. Permette di colpire da una distanza di sette metri.
Thomas A. Swift’s Electric Rifle. T.A.S.E.R. Un fucile elettrico, insomma. Tom Swift è il protagonista di una popolarissima serie di romanzi d’avventura statunitense. Un adolescente brillante, un po’ geniale. Uno che inventa cose e fa divertire i suoi lettori.
Qui però di divertente c’è poco. L’oggetto a cui somiglia di più è il pungolo elettrico. Quel bastone dotato di elettrodi con cui si smuove il bestiame, o con cui negli anni Sessanta i poliziotti colpivano gli afroamericani negli Stati del Sud.
Nel Taser, i dardi che vengono sospinti contro il bersaglio sono collegati al fucile, e producono scariche elettriche ad alto voltaggio (raggiungono i 50.000 Volt). Chi viene colpito non riesce più a muoversi, il sistema nervoso è sotto shock. Uno studio di ricercatori dell’Arizona State University e della Drexel University, su persone sottoposte a scariche di Taser, ha trovato “riduzioni statisticamente rilevanti” nell’apprendimento verbale e nella capacità mnemonica.
Ne fanno uso le forze dell’ordine di 107 Paesi, ma sono gli Stati Uniti ad averli inventati (1973) e introdotti per primi (1983). E le perplessità sull’opportunità di un’arma del genere vengono prima di tutto da lì, dove le scariche elettriche hanno ucciso oltre mille persone tra 2000 e 2017.
Calvon Reid, 39 anni, afroamericano, padre di due figli, ha quattro agenti intorno sul prato di una cittadina della Florida. Si è mostrato aggressivo, ma è disarmato e non ha commesso nessun crimine. Viene colpito al petto dai Taser, grida: “Non riesco a respirare”. Muore in ospedale due giorni dopo, per la combinazione tra le scariche e una patologia cardiaca.
David Werblow, 41 anni, bianco, è in un’auto parcheggiata a Branford, Connecticut, che probabilmente ha scassinato. I poliziotti gli intimano di scendere, molte volte, ma Werblow rifiuta. Poco dopo essere stato colpito dai Taser, muore.
Natasha McKenna, 37 anni, afroamericana, è detenuta in un carcere della Virginia e sta dando in escandescenze nella sua cella. È nuda e disarmata, quando arrivano cinque agenti che la circondano. Viene ammanettata. Lotta. Viene colpita quattro volte da un Taser. Dal momento che soffre di schizofrenia, assume psicofarmaci per curarsi. L’uso del Taser le procura un arresto cardiaco, e la morte.
Il Taser tutela i poliziotti, ma loro soltanto. Le statistiche dicono che l’uso dell’arma fa calare il numero di agenti feriti. In più, come osserva il «Guardian» in una notevole inchiesta, se una pallottola spiega inequivocabilmente una morte, le scariche elettriche hanno bisogno di concause (sostanze stupefacenti, resistenza, problemi cardiaci, etc.) su cui spesso si può scaricare la colpa.
Uno studio finanziato nel 2011 dal Dipartimento di Giustizia statunitense ha sottolineato come sia importante usare l’arma con cautela e consapevolezza, perché diventa letale se usata per più di tre volte da cinque secondi l’una. Un richiamo necessario, visto che quando il Taser venne introdotto si credeva che non potesse causare danni. E visto che molti dipartimenti di Polizia statunitensi ne hanno abusato. E visto, ancora e soprattutto, che come strumento di per sé il Taser è stato definito “una forma di tortura” da un rapporto ONU del 2007.
Non ci sono prove che l’uso dei Taser riduca quello delle armi, evidenzia uno studio dell’University of Chicago. Non si tratta che di un primo passo verso la militarizzazione delle Polizie, dice l’ex sovrintendente della Metropolitan Police di Londra. “Non è qualcosa di piacevole”, ha ammesso il fondatore della più grande azienda di produzione di Taser: “Faccio spesso un’analogia con la chemioterapia: se hai un cancro, faranno cose terribili al tuo corpo per cercare di salvarti”.

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