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MONITOR


dom 7 aprile 2019

SHHH… IL NEMICO TI SORVEGLIA

Taci! Il nemico ti ascolta e sorveglia. Quando non ci sono progressi in campo economico e sociale, il sistema fa ricorso alla minaccia da fronteggiare. La paranoia è totalizzante e viene spacciata per tuo unico alleato. Nel frattempo, il panottico contemporaneo prende forma nei laboratori di psicometria e di raccolta dati. È il surveillance capitalism.

Taci! Il nemico ti ascolta e sorveglia. Affissioni, locandine, cartelli. In epoca fascista appariva ovunque il geniale slogan che Leo Longanesi aveva immaginato per il duce. Come ogni regime, anche la sanguinaria dittatura di Benito Mussolini aveva necessità di insistere sulla dimensione sociale paranoica per rinsaldare il popolo attorno all’idea.

Quando non ci sono progressi in campo economico e sociale il sistema fa ricorso alla minaccia da fronteggiare. Tutti compatti contro il nemico, che è sempre in procinto di arrivare. Si scruta l’orizzonte lontano sui monti, alla fine del deserto, e ci si guarda la schiena mentre si fa avanti e indietro nella Fortezza Bastiani.
La paranoia è totalizzante. Fuori ci sono: i bolscevichi, gli africani, gli orientali, il complotto plutodemogiudaico. Dentro: le donne, gli invertiti, i barboni, i migranti, gli zingari. I deviati, in generale. Poi ci sono: i padroni, gli industriali, le banche, le lobby di affari. Additati come nemico di cui occuparsi in un secondo momento, sono in realtà i migliori alleati di ogni regime.

La minaccia è talmente pervasiva, sfuggente e nascosta che non è possibile affrontarla. Meglio affidarsi al sistema per rimanere protetti. Il nemico è ovunque e ovunque ti guarda: come a Dunkirk, è il tempo della sopravvivenza.
Quindi taci, china la testa, obbedisci. Alla minima protesta lo stai aiutando, lo favorisci, metti in pericolo l’intera struttura di potere forgiata nel sangue dei tuoi avi per proteggere i tuoi discendenti. Se metti a repentaglio l’idea di dio, di patria e famiglia, sei solo un cospiratore.
Taci! Il nemico ti ascolta. Oggi che la società è più liquida, rarefatta, che si sono dissolti i confini nazionali, che il Capitale gioca su una scacchiera globale, il nemico è ancora più onnipresente. Ha attraversato ogni frontiera, anche quella che separa il sé dall’altro da sé. Il nemico sei tu. Taci, e ascoltati. È il surveillance capitalism.
Il panottico contemporaneo nasce dalla collaborazione tra lo Stato e l’apparato militare. È nei laboratori di psicometria delle più prestigiose università che sono elaborati gli studi e le ricerche per l’elaborazione di sistemi che attraverso la raccolta dei dati monitorano – e prevedono – i desideri degli utenti in ambito commerciale.
I dati sono il potere, la democrazia si può hackerare. L’analisi dei dati nella società della sorveglianza non serve per predire il futuro, ma per costruirlo.
Il social network aperto sul tuo telefonino non è pericoloso, perché sa cosa vuoi prima ancora di te. Il punto è che è proprio lui a dirti cosa devi volere.
«I social media ti permettono di raggiungere praticamente chiunque, e di giocare con le loro menti. Puoi fare quello che vuoi, puoi essere chi vuoi. È il luogo dove si combattono le guerre, vincono le elezioni, dove si sviluppa il terrorismo» afferma Uzi Shaya, ex membro del servizio segreto israeliano.
Lo dice al «New Yorker», che titola: “Il Mossad privato, al servizio di chi paga”. È la guerra psichica. Si racconta la storia di Psy-Group, una delle mille organizzazioni di “mercenari della rete”. Ex militari, analisti dell’intelligence, agenti segreti, sviluppatori della Silicon Valley, hacker islandesi, guerriglieri del Corno d’Africa.
Al netto delle paranoie che hanno scortate l’elezione di Donald Trump – il nuovo undici settembre della cospirazione globale, quando il mantra è stato “sarà un complotto che vi seppellirà” – il long form del «New Yorker» racconta come questa ex agenzia privata israeliana di intelligence non si limiti a raccogliere dati per sorvegliare e punire. Utilizza invece le più sofisticate tecniche di manipolazione per influenzare le persone.
È così da sempre. Fine anni Cinquanta, tra le prime società che s’interessano alla raccolta e alla catalogazione dei dati c’è la Simulmatics Corporation, nata per orientare i flussi elettorali e per operazioni di spionaggio e controguerriglia in funzione anticomunista come contractor dell’esercito americano.
Tra i fondatori c’è Ithiel de Sola Pool, professore al MIT, pioniere della tecnologia applicata alle scienze sociali, creatore del modello teorico simulmatics e una delle menti dietro la creazione di Arpanet (Advanced Research Projects Agency Network), il progetto dell’esercito americano da cui nasce internet.
Da Simulmatics Corporation nasce Parlantir, poi Cambridge Analytica: le unisce un filo nero fatto di colpi di Stato, rivoluzioni fallite, elezioni falsate, bombe nelle piazze e nelle stazioni, stragi nelle scuole e nelle chiese, manuali di controguerriglia psichica urbana.
Taci! Il sistema ti sorveglia. E per farlo, non conta a che grado di sviluppo siamo arrivati, ha bisogno dei suoi sgherri. Ieri i guardiani del silenzio avevano il fez nero, il manganello e l’olio di ricino.
Oggi la tua obbedienza è monitorata da flussi d’informazioni che corrono a velocità iperuraniche nelle viscere della terra e finiscono immagazzinati in giganteschi server simili ai monoliti di 2001, Odissea nello spazio. A manipolare questi flussi, a custodire questi bunker, ci sono sempre degli esseri umani.
Le migliori vittorie il sistema le ottiene quando riesce a farsi servire dai suoi avversari. Come le squadracce fasciste erano composte per la maggior parte di criminali – al servizio di chi li pagava per controllare e reprimere i deviati, diversi e sovversivi –, così le squadracce del surveillance capitalism sono composte per la maggior parte da hacker, mercenari ed ex agenti segreti.
Uomini dello Stato al servizio di chi li paga per controllare e reprimere i nuovi nemici dello Stato. In questo modo il sistema ne esce pulito.
Ieri erano Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo, gli squadristi che uccisero Giacomo Matteotti all’insaputa del regime. Oggi sono Psy-Group, Nso Group, Global Risk Advisor, DarkMatter, Black Cube, solo alcuni dei nomi di queste società private di intelligence incaricate di sorvegliare e punire il cittadino all’insaputa del “sistema” che dovrebbe proteggerlo.
E oggi che la società è liquida, i confini incerti, lo stato un’entità economica sovranazionale a geometria variabile, sono i “fondi sovrani” – a dispetto del loro nome, vere e proprie potenze multinazionali – a combattere per i dati: il nuovo oro nero. La guerra delle spie non è mai finita, e adesso si combatte lungo i cavi di fibra ottica che attraversano il pianeta e dentro i monoliti che immagazzinano il sapere.
La nuova guerra per procura si svolge in quel lembo di terra emersa dal sangue chiamata Medio Oriente, in cui – dietro il paravento della religione e dietro i nomi di luoghi geografici che non esistono più: Arabia Saudita, Israele, Iran, Qatar ed Emirati Arabi – le nuove “città-Stato” liquide dei fondi sovrani globali si danno battaglia.
Si fronteggiano tra loro e per conto degli ultimi imperi rimasti: la Cina, la Russia e gli Stati Uniti. L’Europa non è pervenuta.
Taci! Il sistema ti sorveglia. Il nemico sei tu. Gli ex dipendenti di Cambridge Analytica ora lavorano con Black Cube, sede in Israele. Come Nso Group: due amici in un garage che assomiglia a una qualsiasi startup tecnologica. Ma quando sviluppano il loro primo dispositivo di sorveglianza, “Pegasus”, capace di leggere qualsiasi dato attraversi l’aria senza lasciare traccia, capiscono che non si limiteranno a costruire computer portatili di metallo argentato sempre più leggeri e veloci.
Con la scusa di aiutare il governo messicano a incastrare El Chapo, o quello saudita a difendersi dagli attacchi via stampa di Jamal Khashoggi, Nso Group spia i cittadini, fornisce previsioni dei loro movimenti e, quando è il caso, li indirizza.
Governi che cadono, elezioni che slittano, terroristi che colpiscono, gruppi armati pseudo rivoluzionari che appaiono improvvisamente oltre i confini della storia. Sorvegliare, punire e indirizzare. La gestione della devianza al servizio di chi paga meglio.
Nel campo di gioco globale delimitato dal quadrilatero Riyad, Gerusalemme, Teheran, Abu Dhabi, ecco spuntare Global Risk Advisors. La sede è a New York, i capitali arrivano da Doha. Ma gli americani, attraverso CyberPoint, sono anche dentro Dark Matter, sede ad Abu Dhabi, la città-Stato rivale di Doha.
La guerra dei dati è una guerra liquida, senza fazioni contrapposte, tutti sono ovunque e nello stesso momento. Si attraversano schieramenti come si attraversava il Checkpoint Charlie ai tempi della Guerra Fredda: triplici e quadruplici giochi.
L’informazione è il potere, la sorveglianza le sue squadracce fasciste. Che tu sia obbediente o deviante, che tu consumi o rubi, che tu abbia voglia di parlare o di lamentarti, di sottometterti o di ribellarti. Sempre e comunque ti conviene stare zitto, fermo e immobile. Taci! Il sistema ti sorveglia. Il tuo unico alleato è la paranoia.

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