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MONITOR


mer 2 novembre 2016

LA RUSSIA TORNA IN FORMA

Le previsioni di Fitch sulla salute dell'economia. Mosca sta riemergendo dalla difficile crisi degli ultimi anni e adesso affronta il gioco globale con un piglio assai più robusto di quanto non potesse fino a poco tempo fa. Chi pensava di indebolire la Russia tramite i conti ha forse sottovalutato l'avversario

A metà ottobre, pressoché inosservata, è uscita una nota di Fitch che rivedeva l’outlook sulla Russia portandolo da negativo a stabile, pur mantenendolo al livello BBB-. Se fosse tutto qua sarebbe poca cosa. Ma per comprendere quanto sia importante questa valutazione, occorre leggere le motivazioni che hanno indotto l’agenzia di rating a migliorare il proprio outlook sull’economia russa, che di recente ha sofferto parecchio, sia per il calo delle quotazioni petrolifere che per le sanzioni internazionali seguite alla crisi ucraina.
“La Russia ha implementato una risposta di policy coerente e credibile alla grave caduta dei prezzi del petrolio. Un cambio flessibile, un target di inflazione e il consolidamento fiscale insieme al supporto al sistema finanziario hanno consentito all’economia di aggiustarsi e alla fiducia interna di tornare gradualmente. La forza e la qualità della risposta politica si distinguono rispetto a quella di altri produttori di petrolio simili colpiti dalla crisi petrolifera”, scrive Fitch.
A tal proposito, è interessante ricordare che di recente il Fondo monetario internazionale ha diffuso il suo outlook sulla regione MENA, ossia Medio Oriente e Nordafrica. Si evince che la crisi del petrolio ha portato a un calo di 400 miliardi di ricavi rispetto al 2014 in quelle aree, peggiorando condizioni socioeconomiche già assai complicate. Inoltre, bisogna aggiungere che l’Arabia Saudita, pressata da grandi difficoltà fiscali, ha dovuto rivolgersi al mercato per piazzare obbligazioni pubbliche. Si tratta di una cosa rarissima in questo Paese.

I numeri

Torniamo alla Russia. Alcuni dati serviranno a fotografare meglio la situazione. Il primo è quello relativo alle riserve internazionali, che nei primi sei mesi del 2016 sono aumentate dell’8% e sono previste in crescita anche nei prossimi mesi, dopo essere scese drammaticamente nel 2014 e buona parte del 2015. Al momento, le riserve russe coprono pagamenti esterni per 13,3 mesi, cioè il doppio rispetto ad altri paesi con rating simile. “L’aggiustamento esterno è stato sostenuto da un tasso di cambio flessibile, che ha mantenuto il conto corrente in attivo, e ha ridotto i deflussi di capitale”, sottolinea Fitch.
Il conto corrente espone un surplus previsto in riduzione al 2,3% del Pil nel 2016, dal +5,2% del 2015, a fronte di una media dei paesi con rating BBB di deficit dell’1,8%: l’ennesima conseguenza del calo dei corsi petroliferi.
Fitch si aspetta che il saldo crescerà nei prossimi mesi, anche se in modo modesto. Si prevede che l’aumento della domanda interna, repressa durante la fase di consolidamento, dovrebbe compensare i maggiori introiti derivanti dal prevedibile aumento dei corsi petroliferi. Al tempo stesso l’agenzia prevede che i deflussi di capitale rallenteranno, visto che la fiducia nei confronti dell’economia russa si sta lentamente ristabilendo. La posizione netta esterna è prevista al +32,5% del Pil a fine 2016 dal 15,8% del 2015, a fronte di un piano di rimborso dei debiti meno oneroso quest’anno rispetto ai due precedenti.
Insomma, i debiti esteri sono ancora elevati, oltre 520 miliardi di dollari, ma sono più che compensati dagli asset esteri.

Il versante fiscale

Il governo russo sembra intenzionato a ridurre il deficit congelando la spesa nei prossimi anni e rivedendo in aumento le entrate fiscali. Il combinato disposto, secondo Fitch, dovrebbe condurre il deficit dall’attuale 4% del Pil all’1,5% nel 2018. Rimane il problema dell’inflazione, ancora superiore rispetto alla media dei Paesi BBB, vista in calo con il tradursi in azione dell’imposizione del target e potendo arrivare al 4% entro il 2017.
“L’economia sta recuperando, ma la crescita si prevede che rimarrà: all’1,3% nel 2017 e al 2% nel 2018, dopo la contrazione prevista dello 0,5% nel 2016”, scrive l’agenzia. La crescita sarà guidata sostanzialmente dal consumo privato, sostenuto da un aumento nelle retribuzioni e una ripresa del credito.  Anche gli investimenti dovrebbero contribuire dopo una lunga fase di caduta.
Infine, si legge una nota politica: “Il partito di governo Russia Unita ha rafforzato la propria presenza in parlamento alle elezioni del 18 settembre. Tutti gli altri partiti rappresentati in parlamento sostengono ampiamente il presidente. Le elezioni presidenziali sono previste a marzo 2018”. Insomma: la Russia è un paradiso di stabilità politica.
È utile sottolineare che Fitch, a margine della sua nota, prevede che le sanzioni Usa e Ue resteranno, ma senza un ulteriore irrigidimento. E forse questo è un eccesso di ottimismo, visto il surriscaldarsi del clima globale.

Il risveglio

Tutte queste informazioni ci dicono una cosa molto semplice: la Russia sta tornando in forma, per usare una terminologia che sarà familiare ai lettori di Oswald Spengler. Il Paese sta emergendo più forte dalla difficile crisi degli ultimi anni e adesso affronta il gioco globale con un piglio assai più robusto di quanto non potesse fino a poco tempo fa. E questo spiega perché, di fatto, sia al finito al centro dei dossier più complessi della nostra contemporaneità: dalla crisi siriana, con tutte le minacce di complicazioni con l’Occidente che porta con sé, a quella petrolifera, guidando insieme con l’Arabia Saudita il processo di accordo che il novembre prossimo dovrebbe condurre al taglio della produzione petrolifera e quindi alla stabilizzazione dei prezzi. Una necessità che ormai tutti i paesi esportatori condividono e che li ha portati a superare le divisioni e le differenze politiche.
Sorge il sospetto che chi pensava di indebolire la Russia per il tramite dell’economia abbia sottovalutato l’avversario. L’orso russo cade stagionalmente in letargo. Ma poi si risveglia.

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