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MONITOR


gio 21 settembre 2017

LA GUERRA DEI TROLL DI DESTRA IN GERMANIA

Obiettivo: penetrare il web e guadagnare consensi. Ecco come si muove la propaganda dell'estrema destra tedesca tra video patriottici, meme anti-immigrati e fotomontaggi omofobi. Intanto, non a caso, i populisti dell'AfD guadagnano punti.

“Un popolo senza punti di riferimento sta cercando risposte “semplici” per analizzare tempi complicati ma non privi di interesse. E queste risposte stanno dicendo anche un’altra cosa: la politica sta perdendo la sua battaglia con la Storia, e chi sta vincendo, della Storia, se ne sta facendo beffe”. Da “Contro la rivoluzione neosovranista”
Manifesti elettorali manipolati, fotomontaggi, meme pensati ad hoc per diventare virali in Rete: la nuova frontiera dell’ultradestra tedesca, nelle ultime settimane della campagna elettorale, è la guerra dei troll. Per gruppi come Reconquista Germanica che ha un canale Youtube con 33 mila iscritti, l’obiettivo è penetrare il web: significa addentrarsi nella vita social delle persone, diffondere video patriottici, propagandare messaggi anti-immigrati, omofobi, spesso misogini.

Quanto a fake news, gli anonimi provocatori sono dei fuoriclasse. Su Facebook, per esempio, circolano frasi attribuite ad Angela Merkel, ma assolutamente lontane dalla realtà, come la seguente: “I tedeschi devono accettare le violenze degli stranieri”. E ancora, ci sono titoli-trappola della serie: “Merkel vuol dare a tutti i rifugiati il diritto di voto”. Secondo un’inchiesta di Buzzfeed, gran parte di questi falsi sarebbero legati proprio a siti di estrema destra e sette news su dieci che girano su Facebook sulla cancelliera tedesca sarebbero bufale.

Se i provocatori non si scagliano contro l’AfD…

Ufficialmente questi troll non sono affiliati a nessuna formazione politica, ma – come nota lo Spiegel l’unico partito a non essere bersaglio dei riproduttori automatici di stereotipi e slogan di ispirazione neonazista è il partito populista di destra, l’Alternative für Deutschland.

E non sembra essere un caso, visto che l’AfD si è distinta in questi quattro anni di vita per le sue posizioni in aperta ostilità con i migranti e i musulmani in particolare. Sempre più a destra, sempre più radicale, sempre più xenofobo e anti-euro il partito è oggi guidato dalla coppia Gauland-Weidel, che nei mesi scorsi è riuscita a mettere all’angolo la non proprio moderata Frauke Petry, la “predicatrice d’odio” dalla faccia pulita, e a sabotare il suo tentativo di dare un volto borghese alla ultradestra.

Così i due leader puntano a traghettare la loro Alternativa per la Germania fino alla conquista del posto da terzo partito nel Paese. I numeri dell’ultimo sondaggio condotto da Yougov, raccontano un’ascesa possibile, visto che la formazione di estrema destra è al 12 per cento.

Troll professionisti e infiltrati nelle pagine progressiste

La guerra dei meme ha avuto un ruolo determinante nella radicalizzazione dei contenuti che ha portato a questi risultati. È anti-Merkel, ma non solo: al contempo è dissacrante verso qualsiasi posizione socialdemocratica. Pur di screditare gli elettori di centrosinistra, i disturbatori da tastiera si sono insinuati anche in piattaforme come 4chan e reddit.

Secondo quanto ha spiegato allo Spiegel Simon Hegelich, professore associato alla Bavarian School of Policy di Monaco e attento osservatore dell’evoluzione dell’attivismo digitale di destra, il dato più interessante è che i troll si sono professionalizzati. In tanti, per fare squadra, si sono spostati sul social network Gab.ai, già galassia preferita dai neonazisti statunitensi.
Alice Weidel e Alexander Gauland dell’AfD


Incitamento all’odio dentro e fuori la Rete

Gli slogan, dentro e fuori la rete, sono puro incitamento all’odio, con l’AfD capofila di questo sistema. “Noi respingiamo la distinzione fra islamismo e islam, spesso praticata”, ha dichiarato il candidato di spicco Gauland che presto siederà nel Bundestag. A detta sua, il fondamentalismo islamico così come “violenza e terrore” hanno le loro “radici nel Corano”.
Ha aggiunto: la “dottrina politica dell’Islam non appartiene alla Germania” e per questo motivo il suo partito vuole che siano resi “pubblici i bilanci e le risorse finanziarie delle moschee”, e propone la creazione di un “registro delle moschee e delle associazioni islamiche”. Non pago, Gauland ha chiesto inoltre anche “l’eliminazione delle cattedre di teologia islamica nelle università tedesche”.
E ancora, da navigato provocatore, ha stuzzicato i tedeschi criticando il loro rapporto con il passato. Ha incitato i suoi compatrioti a lasciarsi alle spalle il nazionalsocialismo, e riempirsi di orgoglio per quanto fatto dai loro soldati durante la Seconda guerra mondiale: “Non ci devono essere più contestati questi dodici anni. Non riguardano più la nostra identità oggi. Perciò anche noi abbiamo il diritto di riprenderci non solo il nostro Paese ma anche il nostro passato”. Ha aggiunto: “Se francesi e britannici possono esser fieri del loro imperatore o del primo ministro della guerra Winston Churchill, noi abbiamo il diritto di essere fieri della prestazione dei soldati tedeschi durante la Seconda guerra mondiale”.

A fine agosto aveva addirittura attaccato una viceministra turco-tedesca, affermando che avrebbe dovuto essere “smaltita in Anatolia”. Usando la parola “entsorgen”, di chiaro stampo nazionalsocialista, aveva già oltrepassato il limite. Evidentemente, però, non per il popolo che a quegli ideali è fedele e continua a usare (dentro e fuori la Rete) quello stesso linguaggio.

Negli stessi giorni, la sua compagna di partito, Alice Weidel, provava a togliersi di dosso l’etichetta di candidata razzista. “Qui mi si continua a chiedere del colore della pelle. Ma se sto con una cingalese!” (è effettivamente sposata con una donna originaria dello Sri Lanka, con la quale ha due figli). Entrata nelle file dell’AfD perché strenuamente anti-euro, e “contraria alle politiche di salvataggio dell’euro”, Weidel considera la Bce attualmente inadeguata a svolgere i compiti di una Banca centrale. Secondo la sua opinione, la soluzione migliore per la Germania, sarebbe “uscire dalla moneta unica”.

E se – come scrivevamo qui – uscita dall’euro/ritorno al marco è il mantra e «l’islam non appartiene alla Germania» il nuovo motto, così la destra xenofoba diventa sempre più una minaccia per l’Europa e i suoi valori.
“La rivoluzione neo-sovranista ci racconta una società spaventata, che ha bisogno di ripararsi dietro parole d’ordine di facile comprensione e che vuole mandare via tutto quello che non capisce. Una società che anziché andare avanti (anche superando lo status quo che ha mostrato incapacità di gestione di processi complessi sull’asse finanzia-sociale) “si rinchiude” con la rabbia cieca di chi non sogna un mondo nuovo, ma un modo in cui le cose restano ferme, immutabili, sicure, morte”. Da “Contro la rivoluzione neosovranista”

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