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MONITOR


mar 21 marzo 2017

LA FRANCIA DI HAMON. ECCO IL PROGETTO PUNTO PER PUNTO

Perché il candidato socialista ha impresso uno scarto storico all’interno della sinistra francese, nonostante sia fuori dalla rosa dei favoriti (Le Pen versus Macron). Che vinca o no, la sinistra d’oltralpe dovrà guardare al suo programma se non vuole estinguersi. Eccolo nel dettaglio.

L’obiettivo dichiarato è «fare battere di nuovo il cuore della Francia». È a «portata di voto» il futuro che il candidato socialista alla presidenza francese, Benoît Hamon, promette ai suoi concittadini, chiamati a votare il prossimo 23 aprile al primo turno.
Lo chiamano «l’utopista», il «frondeur», il «Fillon de gauche», scrivevamo due mesi fa.
Nonostante sia fuori dalla rosa dei favoriti, con il suo 13% nei sondaggi – si prospetta un duello tra Marine Le Pen del Front National ed Emmanuel Macron, ex banchiere, ex ministro dell’Economia socialista e fondatore del movimento En Marche, entrambi intorno al 25% – Hamon ha già impresso uno scarto storico all’interno del fronte socialista. Ha segnato discontinuità cruciali, ha marcato una rottura con il passato, aprendo uno spiraglio di speranza rispetto alla ricomposizione politica della sinistra d’oltralpe.
C’è un’unica costante al netto delle diverse proiezioni, Benoît Hamon ha fissato un punto di non ritorno. Se non vuole condannarsi all’estinzione, il socialismo europeo deve ripartire dal programma del candidato francese e favorire, sulle parole d’ordine del reddito di cittadinanza e di un nuovo welfare, una ricomposizione politica, affrontando la battaglia contro il mostro bicefalo del dispositivo oligarchico neo-liberale e del neo-sovranismo. Da Parigi, ultima chiamata

Più Stato, made in France, solidarietà sociale

Con il reddito di cittadinanza, Hamon propone di «rifondare la politica oltre il lavoro, contro il lavoro», nelle parole di Toni Negri. Con la tassa sui robot, punta a cogliere (e a fronteggiare) le trasformazioni del mercato del lavoro e a creare un circolo virtuoso contro la disoccupazione.
Rievoca giustizia sociale e progresso insieme. Vuole «fare respirare la democrazia», invoca «l’intelligenza collettiva» dei francesi per decidere l’avvenire dei Paese.
Per rovesciare il paradigma capitalista, avanza una ricetta fatta di Stato, Made in France e solidarietà sociale.
«Io non credo che il mercato possa guidare il cuore delle donne e degli uomini, non credo che la Francia sia un’azienda […] Nessuno può servire due padroni la Repubblica e il denaro, la Francia e i soldi. Pensano [il riferimento è a Macron, ma anche al candidato di centrodestra François Fillon, ndr] solo al potere, io penso solo al dovere. Forse hanno il senso degli affari, io ho il senso dello stato […] Il partito dei soldi ha troppi candidati».

Le parole-chiave

Nel suo progetto per la Francia si ripetono parole come «progresso», «futuro», «avvenire», «domani». Si rincorrono i concetti di «transizione economica», «sviluppo», «investimenti strategici». La République nelle speranze di Hamon è «indivisibile, laica, democratica, sociale e decentralizzata».

Lavoro

  • Reddito universale di cittadinanza: sarà in due tappe e permetterà da subito di aumentare automaticamente «i redditi inferiori a 2200 euro netti» alle fasce più deboli, per poi essere esteso a tutti fino a 750 euro.
  • Impiego: per ridurre la disoccupazione, presenta una road map di «investimenti strategici» e un piano da 100 miliardi di euro in cinque anni per la ristrutturazione urbana. L’obiettivo è portare ricerca e sviluppo al 3% del Pil.
  • Il Made in France avrà la priorità: il 50% degli appalti pubblici sarà riservato per le piccole e medie imprese. Saranno introdotte delle clausole per chi produce in Francia. Le aziende che delocalizzano dovranno rimborsare i finanziamenti ricevuti. Hamon si opporrà ai trattati di libero scambio CETA (Comprehensive Economic Trade Agreement) e TAFTA (Transatlantic Free Trade Area). Le piccole e medie imprese avranno anche delle agevolazioni per l’accesso ai finanziamenti.
  • Contributo sociale sulla robotizzazione: «Alimenterà il Fonds de Transition Travail (FTT), la cui missione è creare tanti posti di lavoro quanti ne stanno scomparendo e di finanziare la formazione degli operai rispetto ai nuovi mestieri».
  • Il burnout come malattia professionale: la sindrome da stress da lavoro sarà riconosciuta a tutti gli effetti come malattia professionale.
  • Nuova legge sul lavoro: l’attuale Loi de Travail sarà sostituita da una nuova legge che punta alla riduzione dell’orario di lavoro, al diritto alla disconnessione e che ripristinerà il cosiddetto “principio di favore” (dalla parte del lavoratore).
  • Diritto al congedo di formazione per acquisire nuove competenze e qualifiche.
  • Lotta contro l’evasione fiscale e creazione di una lista dei paradisi fiscali.
«Propongo un nuovo pilastro della protezione sociale: il reddito universale di cittadinanza. Ci consentirà di affrontare i cambiamenti del lavoro e la rivoluzione digitale con serenità. Rappresenta un potente strumento per combattere la povertà e tutte le insicurezze» dei nostri giorni.

Democrazia e trasparenza

  • “43,9 cittadino” per intervenire nel dibattito parlamentare o bloccare il voto di una legge: permetterà all’1% degli elettori di sottoporre (previa petizione con 400 mila firme) 1) un testo all’esame del Parlamento e del Consiglio di Stato; 2) un progetto di legge a referendum, e 3) di sospendere la promulgazione di una legge.
  • Lista dei grandi donatori contro il conflitto d’interessidei candidati.
  • Democrazia in fabbrica: gli operai rappresenteranno la metà dei membri votanti all’interno dei Consigli di amministrazione delle imprese.
  • Diritto di voto agli stranieri non comunitari esteso anche alle elezioni locali e riconoscimento della scheda bianca.
  • Accesso digitale e Democrazia 4.0 per la trasparenza e per la partecipazione dei cittadini ai processi di elaborazione delle leggi.
  • Un servizio pubblico audiovisivo che «rappresenti le diversità della Francia».
«Fare respirare la democrazia. Vi propongo di costruire una Repubblica che rimetterà il cittadino al centro delle decisioni pubbliche».

Ecologia

  • Tasse ridotte per i prodotti biologici
  • Energie rinnovabili al 50%
  • Rinuncia al diesel per tutti i veicoli nuovi entro il 2025
  • “Sobrietà energetica” e attenzione alla biodiversità:verranno incentivati progetti per la riduzione dei consumi, l’educazione al riciclo e la protezione della natura.

Sanità

  • Sostegno finanziario per le spese mediche in alcune fasce e garanzia di accesso ai medicinali più costosi per tutti.
  • Legalizzazione dell’uso cannabis per i maggiorenni al fine di combattere il traffico di droga.
  • Politiche di prevenzione contro tabacco, alcol, inquinamento dell’aria.
  • Miglioramento delle condizioni di lavoro e di assunzione negli ospedali.
«Una Repubblica che non tollera discriminazioni basate su sesso, religione, colore della pelle, disabilità o orientamento sessuale. Combatte senza compiacenza contro il razzismo e l’antisemitismo. Si tratta di una Repubblica che dà tutte le possibilità ad ogni cittadino fin dalla prima infanzia e la scuola, e per tutta la vita. Una Repubblica che si fida dei suoi giovani».

Diritti e istruzione

  • Procreazione medica assistita per le donne singole e le coppie costituite da due donne.
  • Cambio di identità per le persone transessuali:semplificazione della procedura burocratica davanti a un ufficiale di stato civile.
  • Eutanasia: «Garantirò il diritto a morire in dignità».
  • Laicità e religione: non servono ulteriori imposizioni rispetto alla legge sulla laicità del 1905, per la libertà di coscienza rispetto alla fede.
  • Lotta contro il sessismo e la violenza di genere: creazione di 4500 centri specifici.
  • L’accessibilità per i disabili diventerà uno dei diritti fondamentali della République. Verrà favorito il telelavoro e l’accesso all’impiego.
  • Università popolari su tutto il territorio nazionale.
  • Aumento dei finanziamenti per le associazioni che promuovono progetti educativi.
  • Incentivi per aumentare del 25% il numero degli studenti internazionali nelle università francesi.
«L’Europa è in pericolo. In tutto il continente le forze nazionaliste sostengono l’isolazionismo e la xenofobia, mentre le persone soffrono a causa della crescita debole e della disoccupazione diffusa […] L’Europa del progresso sarà solida e solidale, una potenza che afferma i suoi valori e difende i suoi interessi all’interno di un contesto globalizzato e regolamentato».

Esteri e difesa

  • Visto umanitario per i rifugiati all’interno dei confini dell’Unione europea, basato sui «valori di solidarietà e accoglienza».
  • Riconoscimento dello Stato palestinese accanto a quello di Israele.
  • Difesa della francofonia, attraverso un visto speciale per studenti e ricercatori, al fine di incentivare la libera circolazione delle conoscenze all’interno delle aree del mondo dove si parla francese.
  • Cooperazione europea per la difesa in modo da garantire la sicurezza dei cittadini.
  • Verso una proposta di un trattato “di democratizzazione della governance dell’eurozona” per una «assemblea democratica rappresentativa che sia emanazione dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo».
  • Investimenti nella formazione delle forze armate.
  • Esclusione del bilancio della difesa dal calcolo del deficit.

Prospettive

Al momento Hamon ha poche speranze di vittoria: i sondaggi danno Macron e Le Pen come grandi favoriti. A poco più di un mese dal voto, i cinque candidati (ci sono anche il repubblicano Fillon e Jean-Luc Mélenchon che guida la sua “Francia ribelle” di estrema sinistra) si sono scontrati durante il primo dibattito tv in onda su TF1. Mentre Macron è stato attaccato per l’opacità dei finanziamenti al suo movimento, Le Pen ha battuto su immigrazione e Islam.
Quali sono, dunque, gli scenari di questo scontro a due?
Qualora Le Pen arrivasse all’Eliseo ci sarebbe il rischio di un’uscita di Parigi dalla moneta unica e la retorica populista e xenofoba verrebbe istituzionalizzata nelle alte stanze di Francia. Nel caso, invece, di una vittoria di Macron si potrebbe tornare a una visione opaca del riformismo di sinistra, ovvero a un progetto capitalista ambiguo che strizza l’occhio ai lavoratori mentre dimentica la giustizia sociale.
Ai francesi la scelta.

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