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lun 23 maggio 2016

AUSTRIA L’ULTRADESTRA SPAVENTA L’EUROPA

Sostanziale parità tra Norbert Hofer e il verde Alexander Van der Bellen. Decideranno i 900mila voti per posta

«Dalla penisola iberica alla Polonia, da Dublino all’Ungheria, emergono soggetti che –  sulle ali estreme dello schieramento – scelgono di sostenere rivendicazioni universali di equità e convivenza o, all’inverso, chiusure nazionaliste e identitarie. Di conseguenza è legittimo presagire la fine prossima del modello politico incardinato sulle grandi coalizioni e sulla terzietà: quello che alcuni hanno chiamato «estremismo di centro», piano inclinato lungo il quale sono scivolati – fino a convergere – conservatori e socialisti» – La morte clinica dell’Europa, I Diavoli
23 MAGGIO 2016 – Dopo lo spoglio della totalità dei voti deposti nelle urne austriache per il ballottaggio delle presidenziali, il candidato di estrema destra Norbert Hofer ottiene il 51,93% dei suffragi e il verde Alexander Van der Bellen il 48,07%, che equivale a una differenza di soli 144mila voti. Ma l’exit poll delle 800.000 schede per corrispondenza, che saranno scrutinate solo oggi, danno il verde in testa nel computo finale di circa 3.000 voti. Hofer, del Partito della libertà (Fpo) ha ottenuto il 35% dei consensi al primo turno, contro il 21 dell’avversario. Anche se i sondaggi non erano consentiti alla vigilia del voto di ballottaggio, le agenzie per le scommesse davano Hofer in vantaggio. Le proiezioni, basate sui passati risultati elettorali, piazzano invece i due candidati in una parità perfetta con un margine di errore dell’1 per cento.
I risultati raccontano di un Paese spaccato perfettamente in due con due outsider della politica a contendersi la poltrona di capo dello Stato fino all’ultimo voto. Così come resta appeso agli esiti finali il destino dell’Europa che è entrato prepotentemente nel dibattito elettorale, contribuendo ad enfatizzare le divisioni interne e internazionali. Il candidato dell’Fpo ha basato la sua campagna elettorale quasi esclusivamente sulla lotta all’immigrazione, e proprio ieri Vienna ha annunciato che da martedì prossimo intende schierare 80 poliziotti al confine italo-austriaco del Brennero. Secondo l’ex presidente dell’Alto Adige LuisDurnwalder, intervistato dal Corriere della Sera, «l’Austria non è di destra. Ma il mondo rurale non ha voluto votare un ambientalista come Van der Bellen. E c’è stata un’azione di protesta contro i partiti tradizionali».
Il Fatto Quotidiano riporta che «Hofer ha stravinto nelle zone rurali dell’Austria, mentre Van der Bellen si è imposto nei grossi centri urbani, vincendo in 8 su 9 capoluoghi regionali e soprattutto a Vienna, dove ha fatto il pieno (con una vittoria ben oltre il 60 per cento). Per il governo Spö-Övp, sotto la guida del neocancelliere Christian Kern, inizia ora una difficile rincorsa per recuperare consensi. Al più tardi nel 2018, ma forse già nella primavera dell’anno prossimo, sarà rinnovato il Nationalrat, il parlamento, e secondo i sondaggi si delinea una netta vittoria degli ultranazionalisti. E c’è chi teme già adesso uno scenario mai immaginato nemmeno dalle ipotesi più ottimistiche di Jörg Haider: Hofer capo di Stato e il leader del Fpoe Heinz Christian Strache cancelliere»
«Il fatto è che siamo di fronte a una risposta parziale e temporanea, mentre l’impasse dell’Europa ha natura strutturale. Più o meno tutti concordano che il vecchio ordine è morto. Un ordine imperniato sulla stretta interdipendenza tra Schengen e Dublino, in cui la libertà di circolazione interna aveva come presupposto non dichiarato una situazione geopolitica che manteneva la pressione migratoria alle frontiere esterne su livelli moderati. Oggi quell’ordine è tramontato. Ma sulle ceneri del vecchio, il nuovo non riesce a nascere. La celebre formula gramsciana, riferita al periodo di transizione tra fine della Prima guerra mondiale e avvento del fascismo, ci dice qualcosa ancora oggi: “La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati”» – Lo Stallo dell’Europa

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