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gio 30 novembre 2017

BACK TO 90’S: GENTRIFICATION A DUBLINO

Back to 90’s. A voler azzardare si direbbe che nel video della celebre traccia Stop, ambientato a metà Novecento, c’era già una promessa di gentrification a Dublino. Le cinque Spice Girls, nel ruolo di loro stesse, cioè di ricche londinesi, escono dalle case dei ceti popolari irlandesi.

C’erano i mattoni di Stoneybatter, nel videoclip iconico di Stop. Era il 1998, praticamente vent’anni fa, e le Spice Girls erano il gruppo musicale più famoso al mondo.
La strada dove fu girata la prima parte del video, Carnew Street, oggi è meta di un pellegrinaggio pop meno scherzoso di quanto si voglia mostrare.
Si viene apposta per fotografarsi nelle pose delle cinque ragazze.

A voler azzardare si direbbe che in quel video, ambientato a metà Novecento, c’era una promessa di gentrification. Le cinque Spice Girls, nel ruolo di loro stesse, cioè di ricche londinesi, escono dalle case dei ceti popolari irlandesi. Man mano vengono a guardarle gli abitanti: un paio di donne con grembiule e bigodini, un anziano, un giovane (stalliere?) che porta un cavallo, un padre con la scoppola e il figlio nel cestello della bicicletta, una pipinara di bambini che fanno giochi poveri. Il celebre balletto del ritornello viene realizzato al centro della strada. Sembra una festa condivisa, non la conquista di uno spazio.

La promessa esclude le conseguenze nefaste e inevitabili della gentrification, come il displacement. E naturalmente ne esalta gli aspetti positivi: le star del momento sono le ragazze della porta accanto, si mischiano con i semplici abitanti. Tutti sono felici.

A chi risiedeva nel tratto di strada impegnato per le riprese, quel giorno del 1998 furono date 100 sterline per il disturbo.
Storicamente il suo nome è Bothar-na-gCloch (“la strada delle pietre”, in gaelico irlandese). La posizione è felice. Stoneybatter si trova a ridosso del fiume Liffey, dello zoo cittadino e dell’immenso Phoenix Park con i suoi cervi. Alla distanza di una passeggiata a piedi dal centro di Dublino. È qui, nel cimitero di Arbour Hill, che riposano i capi della Easter Rising, la rivolta indipendentista del 1916 che fu stroncata ma pose le basi per la futura Repubblica d’Irlanda.
Da un passato di piena working-class, il quartiere è cambiato molto negli ultimi anni.
D’altronde è cambiata tutta l’area nord di Dublino, dove per esempio è stato costruito un grande polo universitario. Il nuovo campus Grangegorman, iniziato nel 2014, ospita le attività del Dublin Institute of Technology (DIT). In esso sono convogliate, dopo accurata riqualificazione, un gran numero di strutture abbandonate (chiese, prigioni, ospedali psichiatrici). L’operazione ha coinvolto un complesso che rappresenta il più grande caso di occupazione abitativa in Irlanda.

Il quartiere di Stoneybatter è arrivato alla gentrification seguendo il solito itinerario che conosciamo: prezzi bassi, vivacità culturale, speculazione.

Un paio d’anni fa il «Guardian» parlava di rinascita letteraria in Irlanda e di Stoneybatter come dell’incubatore del fenomeno. Il costo degli alloggi e alcune peculiarità dell’area (la posizione, il verde pubblico) hanno di certo attratto la scena artistica locale e le giovani famiglie benestanti. È cambiata la percezione generale: la marginalità e la scarsa considerazione dei ceti superiori hanno ceduto a un senso di addomesticamento. E poi stanno pesando gli investimenti: su tutti, il potenziamento negli ultimi anni di due linee di metropolitana leggera.

Stoneybatter si direbbe nella fase di mezzo del processo. Oggi ci sono spazi espositivi di arte e di Bikram Yoga a quaranta gradi, corsi di ukulele per ragazzini e kit da barba “Handmade in Stoneybatter”. Ma anche palazzi occupati e session di musica tradizionale nei vecchi pub. La storica distilleria di whiskey Old Jameson non è ancora stata riconvertita in un albergo di lusso.

Come abbiamo visto, il completamento del processo è praticamente impossibile da fermare.
Stoneybatter può prepararsi all’espulsione della sua comunità e a una nuova composizione giovane e middle-class. Quel mélange promesso dal videoclip delle Spice Girls era un’illusione.
Sembra che a Stoneybatter aprirà un locale della catena Cereal Killer Cafe dei gemelli Keery. Linvito è a uno stile di vita sano, possibilmente biologico, di certo accessibile solo a determinate tasche. Si può scegliere tra cento varietà di cereale e trenta varietà di latte.

Doveva essere la prima sede fuori dall’Inghilterra, invece nel frattempo sono state inaugurate quelle di Dubai, Amman e Kuwait City. Ciò non toglie che Stoneybatter sia nel mirino di un altro “nostalgic cafe”, come si definisce, pieno di “memorabilia from the 80s and the 90s”. Dove si potranno mangiare ciotole di cereali da 4,5 sterline e magari riconoscere i mattoni rossi in un videoclip delle Spice Girls.
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