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ven 30 novembre 2018

AL VIANDANTE APRIVO LE MIE PORTE

Cosa dice la Bibbia riguardo l’accoglienza dello straniero? A quale comportamenti invita il messaggio di Gesù, quando affronta la figura del “forestiero”? Sono temi centrali nella nostra contemporaneità, ma sono anche parte del mondo fin da quando esistono le comunità umane. Per chi si considera cristiano nell’Italia del 2018, l’Antico Testamento e i Vangeli sono Parola di Dio e Cristo è incarnazione del Verbo. «All’aperto non passava la notte il forestiero», si legge in “Giobbe, 31, 32”, «e al viandante aprivo le mie porte.»

Cosa dice la Bibbia riguardo l’accoglienza dello straniero? A quale comportamenti invita il messaggio di Gesù, quando affronta la figura del “forestiero”?
Sono temi centrali nella nostra contemporaneità, ma sono anche parte del mondo fin da quando esistono le comunità umane.
Per chi si considera cristiano nell’Italia del 2018, l’Antico Testamento e i Vangeli sono Parola di Dio e Cristo è incarnazione del Verbo. Tornare ai testi sacri prima ancora di brandirli tenendoli chiusi, allora, può essere utile per interrogarsi.
“All’aperto non passava la notte il forestiero e al viandante aprivo le mie porte”. (Giobbe, 31, 32)
“Poiché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto”. (Matteo 25, 35)
“Il Signore protegge i forestieri”. (Salmi 146, 9)
“Non molesterai lo straniero né l’opprimerai, perché voi siete stati stranieri nel paese di Egitto”. (Esodo 22, 20)
“[Il Signore] Rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama lo straniero e gli dà pane e vestiti.
Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”. (Deuteronomio 10, 18-19)
“Quando un forestiero dimorerà presso di voi, nel vostro paese, non gli farete torto. Il forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che è nato fra voi. Tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto”. (Levitico 19, 33-34)
“Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nella tua terra, nelle tue città”.  (Deuteronomio 24, 14)
“E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?”. (Matteo, 5, 47)
“Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi”. (Lettera ai Romani, 15, 7)
“Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera.
Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità”. (Lettera ai Romani, 12, 10-13)
“Se li rimando digiuni alle loro case verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti di lontano”. (Marco, 8, 3)
“Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui.
Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.
Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero.
Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce».
All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo.
Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono”. (Genesi, 18, 1-8)
“Quando avrai finito di prelevare tutte le decime delle tue entrate, il terzo anno, l’anno delle decime, e le avrai date al levita, al forestiero, all’orfano e alla vedova, perché ne mangino nelle tue città e ne siano sazi, allora dirai dinanzi al Signore, tuo Dio: «Ho tolto dalla mia casa ciò che era consacrato e l’ho dato al levita, al forestiero, all’orfano e alla vedova, secondo quanto mi hai ordinato. Non ho trasgredito né dimenticato alcuno dei tuoi comandi”. (Deuteronomio, 26, 12-13)
“Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo.
E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo.
Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto.
Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo?
Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi».
Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre”. (Prima Corinzi, 12, 15-25)
I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra.
E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza».
Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere pani azzimi e così mangiarono.
Non si erano ancora coricati, quand’ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono attorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo.
Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!».
Lot uscì verso di loro sulla soglia e, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male!»”. (Genesi, 19, 1-7)
“Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno».
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?».
Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»”. (Luca, 10, 25-37)

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