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mer 13 aprile 2016

EFFETTO ATLANTE STOP AGLI SPECULATORI

Il nuovo fondo frena il "banchetto del secolo". La partita Popolare di Vicenza.

13 APRILE 2016 – La Quaestio Capital Management Sgr ha annunciato il lancio di un Fondo di investimento alternativo denominato “Atlante” che dovrà farsi carico di sostenere gli aumenti di capitale delle banche italiane e aiutare la gestione delle sofferenze. Gli istituti di credito contribuiranno con circa 3 miliardi al fondo, che nel complesso dovrebbe avere una dotazione compresa tra i 4 e i 6 miliardi.

Bruno Livraghi, molto più tirato del solito, commenta la notizia con un lapidario «vado in Grecia» e accetta amaramente la sconfitta: «eravamo i salvatori della Patria fino a qualche giorno fa – spiega per sancire la resa – ma ci hanno sbattuto la porta in faccia». L’Italia delle “special situations” descritta dal trader in un’intervista rilasciata lo scorso gennaio è un’immagine sbiadita. Quel Paese che per gli speculatori era stretto tra due sole prospettive, svendita o fallimento, ha preferito la morale alla moneta. Atlante spariglia lo schema del saccheggio illustrato con minuzia di particolari agli inizi del 2016 da un Livraghi in grande spolvero e argina lo strapotere di quei soggetti che il finanziere definiva «parecchio disinvolti». Se fino a poche settimane fa, per dirla sempre con le parole del trader italiano, il problema era costituito dal «rapporto ambiguo tra regolati e regolatori», un rapporto in cui lo Stato abdicava al mercato, spingendo le banche in difficoltà a vendere gli attivi deteriorati a prezzi stracciati, oggi – con una mossa efficace – l’Italia è riuscita ad arginare, almeno momentaneamente, le “utopie dei forti”.

Il fondo Atlante, si legge in una nota diffusa dal Gruppo Quaestio Sgr, «ha l’obiettivo di eliminare l’elevato sconto al quale il mercato valuta le istituzioni finanziarie italiane per via: dello stock di sofferenze quadruplicato dal 2007 a causa della severità della recessione; dei tempi lunghi di recupero dei crediti, molto al di sopra della media europea; dei massicci aumenti di capitale richiesti dalle svalutazioni; dell’incertezza circa la capacità di alcuni istituti di completare con successo gli aumenti richiesti dall’Autorità di Vigilanza». Senza fare ricorso a finanziamenti pubblici, il fondo potrebbe chiudere in tempi molto brevi la partita che si sta giocando intorno al futuro della Popolare di Vicenza e porre un freno alla voracità dei fondi stranieri, desiderosi di prendere parte a quello che dietro le quinte veniva definito “il banchetto del secolo” (leggi alla voce Apollo: un’offerta da 695 milioni per rilevare 3,5 miliardi di crediti in sofferenza in pancia a Carige).

Per il momento il bacino di estrazione italiano è chiuso mentre ad Atene comincia la “bella stagione”. Piazza Affari festeggia, nella speranza che le spalle di Atlante siano abbastanza robuste da sorreggere il nostro settore bancario.

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