Decodificare il presente, raccontare il futuro
«Il controllore avverte i vertici della banca, ovviamente con moniti secretati per non creare il panico. Non prende provvedimenti disciplinari ma invita la banca a ripatrimonializzarsi. I modi sono due: aumento di capitale o emissione di strumenti ibridi. E questi, chi li può sottoscrivere? I correntisti della banca locale, è chiaro. Non certo gli investitori istituzionali, che si tengono lontani. Quindi il controllore spinge le banche in difficoltà a emettere strumenti rischiosi, ma si disinteressa del profilo dell’investitore finale. Se a sottoscrivere quei prodotti fossero degli investitori professionisti, non obietterebbe nessuno. Il problema, Phil, è nella catena di controllo: da quando non vengono puniti i responsabili dei dissesti fino a quando i dissesti sono coperti con delle inutili toppe» – tratto da «Tempesta a Nord-Est» – ll Tredicesimo Piano
«La banca deve estrarre valore dai piccoli clienti, per mettere una toppa ai problemi nati coi grandi. E questi, ipertassati a loro volta, devono nutrire il Leviatano della cosa pubblica. Le banche rispondono a un dispositivo generale di estrazione del valore. Sono costrette a estrarre dalla classe media, dalla vita stessa, quando invece le imprese a cui prestano dovrebbero ricapitalizzarsi con risorse proprie. Qui i colpevoli sono davvero troppi. Gli imprenditori col nero in Svizzera, la Porsche in garage e il fido in banca, i risparmiatori che cercano rendimenti dopati, i controllori deboli, i banchieri che estraggono valore ovunque. Oggi ci si indigna per l’ennesimo furto, ma il problema è globale. Il capitalismo estrattivo non salva nessuno. Tutto è a reddito: la terra, l’acqua, l’atmosfera, i saperi. Perfino gli affetti e le relazioni. Figurarsi se i piccoli risparmiatori possono restarne fuori…» – tratto da «Tempesta a Nord-Est» – ll Tredicesimo Piano